CAMPAGNA TESSERAMENTO UGL 2012

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UGL 1950-2010

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60 ANNI DI STORIA A FIANCO DEI LAVORATORI

lunedì 26 gennaio 2009

PROPOSTE PER UNA MODERNA POLITICA DELLA PESCA


Il 2009 si presenta come uno degli anni più duri per le sorti dell’economia intorno al comparto della pesca. La crisi internazionale si riflette in maniera massiccia sull’intera economia italiana e la congiuntura sfavorevole non fa che amplificare la crisi del settore ittico. Negli ultimi mesi si è registrata una flessione della domanda di prodotto ittico nazionale che ha contribuito all’arretramento del fatturato a favore del prodotto ittico importato.
UGL Agroalimentare, ritiene che i tempi sono maturi per un radicale cambiamento delle regole che governano la politica della pesca in Italia.
Si dovrà necessariamente riorganizzare la strategia intorno al settore che, a nostro avviso, dovrà passare attraverso:
· la salvaguardia dei posti di lavoro, anche utilizzando strumenti di sostegno al reddito;
· l’introduzione dell’innovazione tecnologica applicata al sistema;
· il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza a bordo dei natanti ed a terra negli impianti di lavorazione e trasformazione;
· la riorganizzazione della materia contrattuale in scadenza secondo un modello innovativo che pensi, con diverse velocità, al governo della pesca industriale rispetto a quella artigianale ed introduca politiche attive del lavoro attraverso il re-impiego secondo l’impostazione del welfare to work;
· lo stanziamento di fondi per la formazione in materia di sicurezza sul lavoro da realizzarsi nei periodi in cui l’attività lavorativa è ferma;
· l’estensione dei benefici relativi all’applicazione dell’Iva agricola anche al settore della pesca;
· la stabilizzazione dello strumento dell’ammortizzatore sociale al settore;
· il riconoscimento della pesca come lavoro usurante;
· attuazione di un piano per l’ammodernamento della flotta attraverso l’attuazione di una politica di incentivi a favore delle imprese ittiche che si dotano di motori a basso impatto ambientale ed a consumi ridotti (con conseguenti vantaggi anche sul fronte ‘verde’);
· lo snellimento delle procedure amministrative che gravano sul settore, attraverso una accelerazione delle procedure di spesa dei fondi di cui al FEP;
· l’adozione di una politica a sostegno delle produzioni ittiche nazionali che consenta al consumatore di individuare con facilità il prodotto ittico di provenienza nazionale da quello importato o nazionalizzato, anche al fine di ben comprendere la diversità di prezzo al banco.
Inoltre, al fine di contrastare la crisi del settore UGL Agroalimentare propone la stabilizzazione dei benefici previdenziali e fiscali previsti dalla legge n. 30 del 27 febbraio 1998 (di conversione del Decreto-legge 30 dicembre 1997, n.457.
E’ indispensabile che le imprese ittiche della piccola pesca abbiano certezza sull’utilizzo del credito d’imposta e sugli sgravi contributivi e previdenziali previsti dagli artt. 4, 6 e 6-bis della Legge 30/98.
L’esonero del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali nella misura dell’80% di quelli dovuti per legge necessita ogni anno di apposita determinazione anche per la copertura finanziaria da destinare all’apposito Fondo speciale di gestione di cui alla Legge 30/98.
Dare certezza alle imprese esercenti la piccola pesca attraverso la stabilizzazione dei benefici di cui alla Legge 30/98, significherebbe garantire ai pescatori, soci-lavoratori delle cooperative di pesca di cui alla Legge 250/58, la certezza di un minimo accantonamento ai fini pensionistici ed alleggerirebbe la liquidità dell’impresa di pesca, indispensabile in un momento di grave crisi come quello che si è registrato nel 2008 e che è previsto anche per il 2009.
Occorre fornire alle imprese ittiche strumenti per competere sui mercati nazionali e non solo. In tal senso UGL ritiene che è indispensabile far funzionale lo strumento del Consorzio di gestione della fascia costiera con il duplice obiettivo:
· di adottare urgenti misure a sostegno della competitività del settore lungo tutta la filiera, attraverso un sostanziale recupero del differenziale tra i prezzi alla produzione e quelli al consumo. Per far ciò, occorre accorciare la filiera ittica attraverso l’attivazione di una politica della pesca a sostegno dell’offerta per controllare il prezzo all’origine riducendo i passaggi fino al consumo finale,
· di effettuare, in quanto soggetto giuridico, accordi e/o convenzioni con Società petrolifere al fine di garantire l’utilizzo di un prezzo medio del carburante che eviti, attraverso un meccanismo di compensazione, i picchi in rialzo nei momenti di aumento del costo del petrolio al barile. Si potrà, in tal modo, dotare il settore della pesca di uno strumento immediato di intervento per la liberalizzazione del mercato di distribuzione del carburante nel territorio italiano, favorendo la gestione di punti di distribuzione presso le marinerie operanti all’interno del Consorzio di gestione della fascia costiera.