Sulla GU n. 238 del 10 ottobre 2008 sono state pubblicate le misure relative all’arresto definitivo. Il DM 8 agosto 2008 prevede le modalità di arresto definitivo delle attività delle unità da pesca.
La misura prevista dal Regolamento (CE) 1198/2006 del Consiglio istitutivo del FEP e dal Regolamento (CE) 498/2007 della Commissione istitutivo delle modalità di applicazione è finalizzata alla riduzione dello sforzo di pesca come previsto dal Piano operativo nazionale ed alla ristrutturazione della flotta peschereccia italiana.
Il natante da demolire deve possedere un’età non inferiore ai 10 anni e deve avere effettuato almeno 75 giorni di pesca in ciascuno dei due periodi di dodici mesi precedenti la data di presentazione della domanda. Al fine del calcolo del premio andrà sottratta una parte del premio riscosso in caso di aiuto per l’ammodernamento del natante, calcolata pro rata temporis per il periodo vincolativo residuo.
L’approvazione da parte del MIPAF del Decreto Ministeriale di arresto definitivo delle unità da pesca – dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale UGL PESCA - segue una politica di interventi per il contrasto al caro-gasolio ed alla crisi strutturale che caratterizza il settore della pesca comunitario.
L’UGL PESCA, però, è fortemente preoccupata – prosegue Messina – per via dei piani di disarmo 2008/2010, previsti all’art.3 del D.M., che ridurranno, nel prossimo triennio, da un lato la capacità di pesca nel Canale di Sicilia ed intorno alle coste siciliane di svariate migliaia di tonnellate, per consentire la ricostituzione degli stocks ittici, dall’altro produrranno centinaia di pescatori disoccupati in assenza di misure di politica del lavoro attiva per il reimpiego a supporto della politica di tagli nel settore.
Occorre – conclude Messina – che alla misura drastica di abbandono dell’attività di pesca si accompagnino misure di walfare attivo per arginare l’aumento dell’esercito di disoccupati, in una Regione che non può permetterselo,
Disoccupazione che interesserà soprattutto gli “over 50”, i quali senza una azione a supporto di una riqualifica professionale, finirebbero col restare definitivamente al margine del mercato del lavoro.
La misura prevista dal Regolamento (CE) 1198/2006 del Consiglio istitutivo del FEP e dal Regolamento (CE) 498/2007 della Commissione istitutivo delle modalità di applicazione è finalizzata alla riduzione dello sforzo di pesca come previsto dal Piano operativo nazionale ed alla ristrutturazione della flotta peschereccia italiana.
Il natante da demolire deve possedere un’età non inferiore ai 10 anni e deve avere effettuato almeno 75 giorni di pesca in ciascuno dei due periodi di dodici mesi precedenti la data di presentazione della domanda. Al fine del calcolo del premio andrà sottratta una parte del premio riscosso in caso di aiuto per l’ammodernamento del natante, calcolata pro rata temporis per il periodo vincolativo residuo.
L’approvazione da parte del MIPAF del Decreto Ministeriale di arresto definitivo delle unità da pesca – dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale UGL PESCA - segue una politica di interventi per il contrasto al caro-gasolio ed alla crisi strutturale che caratterizza il settore della pesca comunitario.
L’UGL PESCA, però, è fortemente preoccupata – prosegue Messina – per via dei piani di disarmo 2008/2010, previsti all’art.3 del D.M., che ridurranno, nel prossimo triennio, da un lato la capacità di pesca nel Canale di Sicilia ed intorno alle coste siciliane di svariate migliaia di tonnellate, per consentire la ricostituzione degli stocks ittici, dall’altro produrranno centinaia di pescatori disoccupati in assenza di misure di politica del lavoro attiva per il reimpiego a supporto della politica di tagli nel settore.
Occorre – conclude Messina – che alla misura drastica di abbandono dell’attività di pesca si accompagnino misure di walfare attivo per arginare l’aumento dell’esercito di disoccupati, in una Regione che non può permetterselo,
Disoccupazione che interesserà soprattutto gli “over 50”, i quali senza una azione a supporto di una riqualifica professionale, finirebbero col restare definitivamente al margine del mercato del lavoro.