giovedì 8 aprile 2010
PESCA: UE, IL COMMISSARIO DAMANAKI DICE NO AL RINVIO DEL REGOLAMENTO MEDITERRANEO
Il Commissario europeo per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki , ha chiarito, intervenendo alla riunione del Consiglio dei ministri della pesca dell'Unione europea, che non vi sarà alcun rinvio per l'attuazione del Regolamento sul Mediterraneo, Reg. 1967/2006 del 21/12/2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo e recante modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che abroga il regolamento (CE) n. 1626/94.
Il Commissario ha ricordato che gli Stati membri hanno avuto tre anni per attuare le norme che avevano approvata all'unanimità e che la Commissione, quindi, non consentirà un ulteriore ritardo.
"Nel corso della mia audizione – ha dichiarato la Damanaki - presso il Parlamento europeo avevo fatto notare che sono pienamente impegnata a migliorare la gestione della pesca nel Mediterraneo, al fine di conseguire una pesca sostenibile e di qualità."
Ispezioni recenti dimostrano che gli Stati membri non stanno adempiendo ai loro obblighi in materia di piani di gestione o nella designazione delle zone di pesca protette. Il Commissario ha sottolineato: "Come custode dei Trattati, la Commissione non avrà altra scelta che prendere le misure necessarie per garantire che la legislazione comunitaria venga rispettata. Io, pertanto, non esiterò a fare pieno uso degli strumenti previsti dai Trattati. "
C'è un senso di urgenza in tutto questo, perché molti stock sono in uno stato preoccupante. Più del 54% degli stock che sono stati analizzati dagli scienziati sono sfruttati in eccesso.
Per molti stock come il nasello, triglia di fango, gambero rosa, scampi o sogliola, gli scienziati raccomandano una riduzione drastica della mortalità tra 30 e 80%. Inoltre, non esistono dati sufficienti per un considerevole numero di stock importanti, per cui non sappiamo il loro stato attuale. "Questo – prosegue la Damanaki- è come giocare alla roulette russa, gli stock possono essere in salute o sull'orlo del collasso, semplicemente non lo so."
Dopo più di tre anni dalla sua entrata in vigore, "il livello di osservanza rimane totalmente insufficiente”. Gli Stati membri non hanno chiaramente fatto abbastanza per attuare le norme e per garantire la loro rispetto da parte dei pescatori. Il Commissario Damanaki preme perchè i servizi della Commissione agevolino l’ esecuzione del Regolamento, ma senza rimandare l’applicazione".
Il Commissario ha chiarito che il regolamento non vieta le pesche tradizionali. Al contrario, consente deroghe alle norme specifiche, a condizione che la valutazione scientifica indichi che il loro impatto sulle specie e sugli habitat è compatibile con gli obiettivi della PCP e fintanto che sono gestite nell'ambito di un piano nazionale.
Secondo la Damanaki la pesca nel Mediterraneo non può essere efficacemente gestita solo dal presente regolamento o dall’Unione europea. "Se vogliamo pari condizioni per il nostro settore della pesca, dobbiamo agire in Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (ICCAT) e, più in particolare, nella Commissione generale della pesca per il Mediterraneo (CGPM). Solo per fare un esempio, il CGPM ha adottato la dimensione minima delle maglie di 40 mm quadrati, corrispondenti alle nostre disposizioni previste nel Regolamento del Mediterraneo.
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