A seguito dell’approvazione del Regolamento (CEE) n.2847/93 del Consiglio che ha istituito il regime di controllo sui contingenti di cattura del tonno rosso (art.21, paragrafo 4) nel Mediterraneo e nell’Atlantico; e dei successivi regolamenti disciplinanti i quantitativi oggetto di prelievo da parte delle flotta comunitaria, si sperava che il settore potesse beneficiare di un sistema di regole che avvantaggiasse gli operatori impegnati nelle attività di cattura del Thunnus Thynnus, meglio conosciuto come Tonno Rosso, creando i presupposti per nuova occupazione.
Il contenuto del Regolamento (CE) n.446/2008, pubblicato il 23 maggio scorso nella G.U.C.E. L 134/11, ha riportato all’attenzione la necessità di riaprire un tavolo di confronto a Bruxelles per rideterminare i contenuti del piano di gestione degli stocks comunitari di tonno rosso.
La situazione attuale è allarmante, la decisione del Commissario Borg di chiudere anticipatamente la pesca del tonno a causa di una sovrapproduzione, ha prodotto conseguenze disastrose per molte imprese tonniere italiane che hanno dovuto avviare le procedure di licenziamento di parte del personale imbarcato e operante a terra.
L’UGL non può non sottolineare il fallimento delle leggi e dei regolamenti comunitari che hanno mal disciplinato sino a d oggi il piano di gestione dei contingenti di cattura del tonno rosso.
Alla decisione di chiusura anticipata della pesca del tonno del giugno scorso ha fatto seguito la presentazione, nei giorni scorsi, di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea da parte di un gruppo di imprese tonniere, per chiedere il risarcimento dei gravi danni (mancato fatturato)causati dalla scelta di chiudere con anticipo la campagna di pesca per il 2008.
Occorre ad avviso della UGL, in una visione moderna e prospettica, rivedere le regole e mettere mano ad un piano di adeguamento della pesca del tonno rosso che, nel rispetto dell’ambiente e della capacità di riproduzione degli stock ittici, rilanci l’economia intorno ad un settore strategico per il bilancio ittico nazionale; settore appesantito dalla crisi dovuta al caro-gasolio, dalle scelte non sempre condivisibili dell’UE e da un quadro normativo opinabile che ha paradossalmente contribuito a pregiudicare i livelli di produttività delle imprese tonniere, determinando un abbassamento del numero dei lavoratori occupati.
L’UGL, in tal senso, ritiene che si debbano rivedere alcune cose:
• Aumento quota tonno per l’Italia;
• Nuovi meccanismi di compensazione;
• Nuove norme che regolino i controlli attraverso un diverso sistema di monitoraggio delle catture, di dichiarazione tempestiva dei prelievi di tonno rosso;
• Norme diverse che regolino l’attività di cattura effettuata dalla flotta tonniera rispetto alla pesca artigianale;
• Nuove procedure di comunicazione dei dati satellitari riguardanti gli spostamenti delle imbarcazioni;
• Diverse procedure di comunicazione al porto di sbarco del tonno rocco catturato dalle imbarcazioni della pesca artigianale.
• Ampliamento dei periodi di pesca del tonno rosso in sintonia con i dati biologici.
In ultimo, con riferimento alla pesca artigianale ed alla pesca cosiddetta accidentale del tonno rosso, si precisa che secondo la scrivente O.S. occorre abolire la procedura che obbliga i piccoli pescatori a recarsi nel più vicino porto autorizzato per lo sbarco del tonno rosso ed a comunicare almeno ¾ ore prima l’avvenuta cattura. Sarebbe più semplice, per esempio, che l’operazione di sbarco potesse avvenire in un qualsiasi porto di sbarco alla presenza di un nucleo di Vigili Urbani dell’Annona che possano certificare lo sbarco ed acquisire un’autocertificazione del pescatore che dichiara la cattura e il peso.
Il contenuto del Regolamento (CE) n.446/2008, pubblicato il 23 maggio scorso nella G.U.C.E. L 134/11, ha riportato all’attenzione la necessità di riaprire un tavolo di confronto a Bruxelles per rideterminare i contenuti del piano di gestione degli stocks comunitari di tonno rosso.
La situazione attuale è allarmante, la decisione del Commissario Borg di chiudere anticipatamente la pesca del tonno a causa di una sovrapproduzione, ha prodotto conseguenze disastrose per molte imprese tonniere italiane che hanno dovuto avviare le procedure di licenziamento di parte del personale imbarcato e operante a terra.
L’UGL non può non sottolineare il fallimento delle leggi e dei regolamenti comunitari che hanno mal disciplinato sino a d oggi il piano di gestione dei contingenti di cattura del tonno rosso.
Alla decisione di chiusura anticipata della pesca del tonno del giugno scorso ha fatto seguito la presentazione, nei giorni scorsi, di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea da parte di un gruppo di imprese tonniere, per chiedere il risarcimento dei gravi danni (mancato fatturato)causati dalla scelta di chiudere con anticipo la campagna di pesca per il 2008.
Occorre ad avviso della UGL, in una visione moderna e prospettica, rivedere le regole e mettere mano ad un piano di adeguamento della pesca del tonno rosso che, nel rispetto dell’ambiente e della capacità di riproduzione degli stock ittici, rilanci l’economia intorno ad un settore strategico per il bilancio ittico nazionale; settore appesantito dalla crisi dovuta al caro-gasolio, dalle scelte non sempre condivisibili dell’UE e da un quadro normativo opinabile che ha paradossalmente contribuito a pregiudicare i livelli di produttività delle imprese tonniere, determinando un abbassamento del numero dei lavoratori occupati.
L’UGL, in tal senso, ritiene che si debbano rivedere alcune cose:
• Aumento quota tonno per l’Italia;
• Nuovi meccanismi di compensazione;
• Nuove norme che regolino i controlli attraverso un diverso sistema di monitoraggio delle catture, di dichiarazione tempestiva dei prelievi di tonno rosso;
• Norme diverse che regolino l’attività di cattura effettuata dalla flotta tonniera rispetto alla pesca artigianale;
• Nuove procedure di comunicazione dei dati satellitari riguardanti gli spostamenti delle imbarcazioni;
• Diverse procedure di comunicazione al porto di sbarco del tonno rocco catturato dalle imbarcazioni della pesca artigianale.
• Ampliamento dei periodi di pesca del tonno rosso in sintonia con i dati biologici.
In ultimo, con riferimento alla pesca artigianale ed alla pesca cosiddetta accidentale del tonno rosso, si precisa che secondo la scrivente O.S. occorre abolire la procedura che obbliga i piccoli pescatori a recarsi nel più vicino porto autorizzato per lo sbarco del tonno rosso ed a comunicare almeno ¾ ore prima l’avvenuta cattura. Sarebbe più semplice, per esempio, che l’operazione di sbarco potesse avvenire in un qualsiasi porto di sbarco alla presenza di un nucleo di Vigili Urbani dell’Annona che possano certificare lo sbarco ed acquisire un’autocertificazione del pescatore che dichiara la cattura e il peso.
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