CAMPAGNA TESSERAMENTO UGL 2012

CAMPAGNA TESSERAMENTO UGL 2012
Lavorare é Crescere

UGL 1950-2010

UGL 1950-2010
60 ANNI DI STORIA A FIANCO DEI LAVORATORI

domenica 29 marzo 2009

RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLE POLITICHE INTORNO ALL APESCA


Appartengono al passato le spese folli che sostentavano una pesca siciliana piena di contraddizioni, spesso lontana da un approccio imprenditoriale, assistita e delusa, incapace di trovare al suo interno i meccanismi di autogestione.
Occorre produrre uno sforzo comune per restituire al mondo della pesca e dei settori collegati, quella capacità di produrre quel profitto bastevole a regolamentare i processi economico-produttivi. E’ dovere di tutti gli attori istituzionali e non produrre ogni sforzo per garantire il ripristino di regole economico-aziendali, cancellate da decenni di assistenzialismo.
Monca di spirito imprenditoriale e risucchiata in una recessione internazionale di difficile natura, l’impresa ittica potrà risorgere solo con il contributo di tutti gli attori istituzionali e non, ed in tal senso diviene indispensabile valorizzare il ruolo del pescatore, lavoratore e spesso anche socio-imprenditore, figura nevralgica a la garanzia del sistema nella sua interezza.
Le risorse finanziarie devono essere investite direttamente per valorizzare progetti in grado di risollevare le imprese ittiche al collasso e dare dignità, anche contrattuale, previdenziale ed assistenziale, sia ai pescatori che ai lavoratori che operano a terra.
Occorrono politiche attive che favoriscano la cooperazione fra attori istituzionali, l’integrazione e l’attivazione di processi orientati verso il profitto aziendale, nel totale rispetto dell’ambiente e nella logica della sostenibilità delle risorse alieutiche.
Per anni gli operatori del settore hanno rifiutato l’idea di guardare ad un futuro diverso dal presente. Può sembrare paradossale, ma il grande errore degli imprenditori ittici è stato quello di non riuscire a prevedere il cambiamento, ad immaginare un mondo diverso che somigliasse sempre più ad una grande piazza dove ci si può incontrare, standosene a casa, per fare affari.
Il più grande errore è stato quello di rincorrere il contributo assistenziale perdendo per strada le sacre regole del “fare impresa”, quelle che, per altri versi, oggi definiamo “buone prassi”.
Si è passati da un decennio di contributi a pioggia che hanno sovradimensionato il settore ad una fase di repentina riduzione degli stanziamenti a sostegno del settore che è crollato nei profitti come negli occupati.
La critica è impietosa ma, oggi, in una fase di regressione dell’economia internazionale e di scarsità di risorse, occorre avere il coraggio di dire basta e girare pagina, partendo proprio dai cronici punti di debolezza che hanno messo in ginocchio la pesca siciliana posizionandola ai margini del mercato, per tentare di salvare il sistema nel suo complesso e l’economia intorno ad uno dei pochi settori strategici in Sicilia, che ancora oggi occupa migliaia di lavoratori.
Non serve supportare l’analisi da dati statistici, sia perché i pochi minuti a disposizione per l’intervento non me lo consentono, ma sopratutto perche è percezione, comune a tutti noi, che il sistema è al collasso. Ed allora è opportuno passare ad alcune proposte operative.
Secondo UGL Sicilia, occorre introdurre un moderno approccio alla gestione del comparto pesca, un approccio sistemico che favorisca lo sviluppo di luoghi di Governance territoriale in un mutato quadro di relazioni istituzionali allo scopo di supportare l’amministrazione regionale, referente istituzionale per una nuova fase di rilancio e sviluppo della pesca siciliana.
La rinascita della pesca in Sicilia passa necessariamente da un adeguato utilizzo della dote finanziaria collegata al Fondo Europeo per la Pesca (FEP), che, peraltro, già sconta un ritardo di due anni. Ed allora, UGL lancia la proposta di un “PATTO per la SOLIDARIETA e la LEGALITA’, un vero e proprio accordo programmatico tra gli attori del sistema datori e rappresentanti dei lavoratori, coordinati dall’amministrazione regionale, per la fissazione di regole certe e trasparenti che garantiscano al settore della pesca una gestione trasparente sia nella fase della valutazione dei progetti a valere sul FEP che nella successiva gestione della spesa effettiva. Ed in tal senso la classe politica regionale dovrà ridisegnare uno strumento legislativo che accorpi tutti gli interventi che a vario titolo comportano spesa in favore della filiera della pesca o di parte di essa per qualificare la spesa regionale, a garanzia del rispetto della legalità e del rigore e per evitare che, con diverse velocità, pezzi dell’amministrazione regionale finanzino il settore in assenza di un approccio programmatico, vanificandone l’effetto e determinando, spesso, momenti di spreco delle risorse.
E’ indispensabile, quindi, un coordinamento fra amministrazione regionale, parti sociali ed enti operanti a vario titolo, così come auspicato già da tempo da UGL SICILIA, che faciliterebbe l’avvio di una nuova fase concertativa e nuove attività per lo sviluppo economico della Sicilia, qualificando la spesa pubblica, collegata ad un processo virtuoso di finanziamento delle iniziative.
In una fase congiunturale di generale difficoltà nel “fare impresa”, occorre un moderno modello organizzativo che riorganizzi il territorio nella direzione di incentivare insediamenti produttivi quali indispensabili presupposti per favorire la riattivazione dei processi produttivi lungo la filiera ittica.
Lo sviluppo economico nella nostra Regione è affidato, naturalmente anche nel settore della pesca, alla libera iniziativa privata che, in una fase di profonda crisi come quella attuale, dovrà essere necessariamente supportata da una seria e concreta politica di programmazione attraverso un Sistema Produttivo Regionale che introduca processi mirati a creare quelle condizioni indispensabili per l’attrazione, la creazione e lo sviluppo di investimenti ed attività imprenditoriali nei settori della pesca e dell’industria a terra di trasformazione e commercializzazione, dell’acquacoltura, ittiocoltura, pescaturismo, ittioturismo.
Il precedente modello di sviluppo che partiva dal basso, attraverso lo strumento della programmazione negoziata, e che aveva suscitato tante aspettative, in parte realizzate, ci ha lasciato una Regione senza un sostanziale progetto di sviluppo regionale, di certo, lontano da un approccio sistemico.
Il ruolo esplicato negli anni scorsi dagli attori locali è risultato insufficiente ed inefficace; inoltre, i soggetti istituzionali presenti nel territorio come gli Enti locali ma anche le società consortili dei patti territoriali e dei contratti d'area, le iniziative Leader, i P.I.T. ed i Distretti Produttivi di cui alla L.R. 28/01/2004, n. 17 ed al D.A. del 01/12/2005 e successive modifiche ed integrazioni, hanno operato a comparti stagni, non avendo progetti e programmi condivisi, né una visione strategica e unitaria del territorio; manca, cioè, una “Cabina di regia” che detti gli indirizzi, pianifichi gli interventi, regolamenti il sistema attraverso un approccio condiviso nel territorio da tutti gli attori.
I risultati di sei anni di interventi, presentati nei giorni scorsi da “Agriturpesca”, il Patto territoriale agricoltura e pesca della provincia di Trapani, ne rappresentano, in tal senso, un emblematico esempio.
Secondo UGL SICILIA, la Cabina di Regia dovrebbe essere gestita da una struttura di coordinamento, la cui “Mission” dovrebbe essere quella di contribuire a dinamizzare le politiche di sviluppo locale; realizzare studi e ricerche sul marketing territoriale; promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica applicata al sistema produttivo finalizzata ad elevare i livelli di competitività delle imprese lungo la filiera ittica, sia nel mercato nazionale che estero, offrire servizi di assistenza, di orientamento e formazione alle imprese ittiche che vogliono puntare ai mercati internazionali ma anche a i lavoratori che intendono riqualificare e/o elevare la propria professionalità, sostenere il reddito dei lavoratori, promuovere politiche attive del lavoro.
La necessità e l'urgenza di riflettere e porre rimedio al deficitario ruolo e alle insufficienti funzioni svolte, ad oggi, dai soggetti istituzionali è una questione prioritaria che UGL Sicilia sottopone alle istituzioni presenti al Tavolo ed alla nutrita e qualificata platea di osservatori ed operatori.
A nostro parere, la “ratio legis” di un moderno strumento legislativo deve essere improntata sulla creazione di un soggetto nuovo dicevamo, una sorta di ”AGENZIA TERRITORIALE DEL MARE”, avente il delicato compito di fungere da “Cabina di Regia Locale”, operante cioè in ciascuna marineria, coordinando tutte le attività di programmazione, indirizzo e concertazione con il sistema dei Soggetti Istituzionali e locali operanti in quel contesto (Comuni, Provincie regionali, Società consortili dei patti territoriali e dei contratti d'area, Iniziative Leader, P.I.T. e Distretti Produttivi, Organizzazione di Produttori, Enti Bilateriali, OO.SS.).
Occorre, cioè, coinvolgere gli operatori e le organizzazioni professionali e sindacali nelle scelte di politica del settore della pesca, anche al fine di favorire forme di autogestione delle risorse, attraverso l’affidamento alle stesse di particolari attività e funzioni.
In tal senso, si potrebbero favorire iniziative di ittiturismo, attraverso forme di incentivo e di aiuto, per l’avvio di attività di ospitalità, ristorazione, servizi ricreativi e culturali volti alla corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e delle risorse della pesca, coniugandoli con l’offerta del patrimonio culturale, ambientale, storico ed architettonico caratterizzante le specificità di quel particolare territorio, rappresentando una concreta forma di valorizzazione del territorio e di creazione di economia intorno alle risorse offerte dalle borgate marinare.
In questa direzione UGL SICILIA si è spesa ed intende continuare a farlo proprio perché ritiene che è fondamentale creare una RETE di servizi reali alle imprese al fine di favorire la crescita in termini di efficienza e di professionalità delle aziende del settore, razionalizzando gli interventi del soggetto pubblico attraverso lo snellimento del regime autorizzativo che rappresenta in Sicilia un costo per le aziende; accentrando magari tale funzione su un'unica unità operativa dotata di strumenti semplificativi che possano garantire l’abbattimento dei “tempi morti” che spesso vanificano gli sforzi per il raggiungimento delle finalità di insediamento e sviluppo produttivo, si pensi, in tal senso, all’iter per il rilascio delle concessioni demaniali.
Secondo UGL SICILIA, occorre dotare la pesca siciliana di uno strumento legislativo che qualifichi il sistema produttivo siciliano attraverso un “Piano regionale degli insediamenti produttivi” che, tenendo conto delle specificità espresse dalle singole marinerie, attui procedure identiche e standardizzate, attraverso indirizzi di programmazione chiari ed univoci, per favorire gli insediamenti produttivi introducendo lo strumento del “PIANO DI GESTIONE” per realizzare vantaggi competitivi per le imprese ittiche siciliane, soprattutto nella pesca artigianale.
Occorre restituire redditività al sistema, la spesa va qualificata e monitorata attraverso controlli di 1° e2° livello per garantire che ci sia il collegamento funzionale tra l’erogazione delle somme e la produzione di reddito dall’investimento produttivo, riducendo al minimo gli sprechi del passato.
E’ necessario introdurre nuovi strumenti che possano supportare la formazione del prezzo finale dei prodotti ittici e bisogna rivedere il ruolo delle banche per creare percorsi condivisi di agevolazione all’accesso al credito per le imprese ittiche.
Abbattimento dell’Irap, tassi agevolati, garanzia regionale sul’accensione dei mutui di medio e lungo periodo, ed altre forma di aiuto finanziario vanno ridisegnati per garantire al sistema quelle opportunità indispensabili per poter partecipare ai bandi FEP.
Per UGL Sicilia va rivisto il ruolo della ricerca scientifica, ha necessità di avvicinarsi al settore per rappresentare un valore aggiunto e non un nemico dal quale allontanarsi. In tal senso occorre che la ricerca scientifica sia sempre più applicata alla soluzione dei problemi collegati allo sfruttamento delle specie marine, a l mantenimento degli equilibri dell’ecosistema, alla sostenibilità, ma anche a nuovi percorsi di sviluppo delle attività di cattura, in una logica di sostenibilità. Sostenibilità che, per UGL Sicilia, non deve significare che l’ambiente viene posto al di sopra delle scelte economiche, ma, al contrario, rappresentare un supporto responsabile all’attività principale che è quella della pratica di cattura delle diverse specie ittiche di valore commerciale. Occorre promuovere l’internazionalizzazione delle imprese ittiche, creandone le condizioni di competitività e proiettando una parte degli investimenti verso i mercati dell’area Mediterranea, interessati dall’“Area di Libero Scambio” a partire dal 2010, ampliando, in tal misura, il ventaglio delle opportunità di profitto.
In tema di politiche del lavoro, occorre cambiare marcia, le regole del mercato del lavoro sono state recentemente ridisegnate attraverso l’Accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali siglato a Palazzo Chigi lo scorso 22 gennaio.
L’accordo, nel definire principi e regole sia per il comparto pubblico che per quello privato, pone come obiettivo la crescita fondata sull’incremento delle retribuzioni e sull’aumento della produttività. Pur permanendo la centralità del contratto nazionale, viene dato maggiore peso, rispetto al passato, alla contrattazione di secondo livello, in forma aziendale o territoriale, che potrà prevedere incentivi economici per il lavoratore al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza, efficacia, finalizzati al miglioramento della competitività, della redditività e del complessivo andamento economico dell’impresa.
Cambiano in buona sostanza le regole per i prossimi anni e si introduce in Italia, per la prima volta, l’approccio cosiddetto “partecipativo” del lavoratore in alternativa a quello esclusivamente conflittuale. In buona sostanza, anche nel settore della pesca occorrerà ridisegnare le regole che dovranno disciplinare le relazioni sindacali tra datori e lavoratori.
A tal uopo potrebbero essere maturi i tempi per ridisegnare il governo della materia contrattuale nella pesca. Almeno sul 2° livello contrattuale, secondo UGL SICILIA, si dovrebbero rivedere i criteri e gli istituti che regolamentano le relazioni industriali tra lavoratori ed imprenditori ittici.
Senza entrare nello specifico, ritengo che per la piccola pesca locale servano regole diverse rispetto alla pesca industriale, ma che addirittura potrebbero determinarsi diverse regole anche tra marinerie che seppur operanti nella pesca artigianale, afferiscono ad ambiti territoriali con caratteristiche socio economiche differenti.
In tal senso UGL SICILIA ritiene che il dialogo vada avviato con il mondo imprenditoriale sulla materia contrattuale di 2° livello, attraverso l’apertura di singoli tavoli territoriali per l’individuazione di regole certe e condivise, secondo l’approccio “partecipativo”, nel rispetto degli orientamenti del nuovo modello contrattuale.
Nel riprendere il tema delle considerazioni intorno alla materia del lavoro, per UGL Sicilia, è indispensabile la messa in campo di un’azione di sistema per le politiche di reimpiego, in grado di garantire che siano mitigate le discrasie prodotte dalla frammentazione del sistema di competenze che ha caratterizzato finora l’approccio alle politiche del lavoro, anche nel settore della pesca. Occorre rispondere in maniera strutturata e massiva alle urgenze poste dalla attuale crisi occupazionale, rendendo al contempo gli interventi a supporto delle crisi aziendali e occupazionali sostenibili nel tempo, nella logica dell’azione di sistema.
In tal senso si prende atto che la materia degli ammortizzatori sociali è stata innovata dal Governo nazionale anche attraverso l’estensione dei benefici ai lavoratori del settore della pesca attraverso la previsione contenuta nell’art.4-ter del decreto legge 3 giugno 2008, n.97 convertito con modificazioni con legge 2 agosto 2008, n.129.
E’ cambiato il quadro normativo di riferimento, con Legge 22 dicembre 2008, n.203 (Finanziaria 2009) il Governo nazionale ha stanziato una prima dotazione di 600 milioni di Euro per l’anno 2009 a carico del Fondo nazionale per l’Occupazione, per la concessione di trattamenti di CIGS, di mobilità e di disoccupazione speciale, alla quale ha fatto seguito la Legge n.2 del 28 gennaio 2009, di conversione, con modificazioni, del decreto legge 29 novembre 2008, n.185 e l’Accordo Stato Regioni del 12 febbraio 2009.
Per maggiore completezza, occorre citare la direttiva n.266 del 6 marzo scorso, emanate dall’Assessore regionale la lavoro, che dispone le prime direttive al fine di collegare l’erogazione dei trattamenti di sostegno al reddito con percorsi d’inserimento lavorativo, peraltro condizione necessaria ed imprescindibile ai fini dell’ottenimento e del mantenimento degli ammortizzatori sociali in deroga.
In tale direzione, UGL Sicilia propone la creazione nel settore della pesca di un moderno ed efficace modello di “interventi di welfare to work” che coniughi politiche passive e politiche attive a favore dell’inserimento e/o reinserimento dei lavoratori del settore ittico.
Un modello, in buona sostanza, rispondente ad una serie di bisogni, quali:
- Estensione del sistema delle tutele a tutti i lavoratori del comparto pesca, pescatori e non, con contestuale e coordinata erogazione di servizi di politica attiva.
- Monitoraggio costante della spesa e dei lavoratori percettori di sostegno al reddito.
- Mobilitazione del sistema degli attori Domanda/Offerta, anche privati.
Per realizzare tutto ciò, occorre implementare un Network Operativo Territoriale che assista l’Assessorato regionale alla pesca d’intesa con l’Assessorato regionale al lavoro, nel programma di erogazione dell’assistenza e dei servizi in favore dei lavoratori e delle imprese del comparto ittico, nel rispetto delle diverse specificità riconosciute alle realtà marinare siciliane, rispondendo con:
- strutture permanenti di assistenza tecnica, di carattere istituzionale e territoriale, attraverso la compresenza di strutture datoriali e OO.SS. confederali, a supporto dell’azione dell’amministrazione regionale, delle Province, delle Direzioni Marittime, dei Servizi per il lavoro.
- Lo sviluppo e il consolidamento della Governance regionale per l’integrazione dei processi di intervento e il raccordo sistematico fra attori e risorse per fronteggiare la attuale crisi occupazionale, attraverso l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga e degli strumenti di supporto come la formazione e la misura di accompagnamento per il reimpiego;ma al contempo garantire la sostenibilità, nel tempo, delle soluzioni adottate.
- La disponibilità di flussi comunicativi e sistemi informativi in grado di garantire il monitoraggio costante della spesa e l’accesso in tempo reale ai dati dei lavoratori impegnati nel comparto ittico, per programmare, gestire ed erogare i servizi in tempi utili a ridurre al minimo i momenti di permanenza fuori dal mercato del lavoro.
- La presenza sul territorio di una rete efficace e decentrata di attività da erogare a supporto del lavoro e per il lavoro, in grado di offrire servizi di reimpiego a tutti i lavoratori del comparto, pescatori e non, anche attraverso il raccordo tra operatori pubblici e privati, incentivato da un adeguato sistema di reciproche convenienze.
La proposta di UGL SICILIA è quella di studiare una innovativa forma di fermo temporaneo che accorpi finalità biologiche e scientifiche con quelle tipicamente sociali.
In tal senso si potrebbe ridisegnare la norma sul fermo ampliando i giorni di arresto a 60 e prevedendo una integrazione del reddito accompagnata ad un percorso di formazione e qualificazione del pescatore e degli operatori della pesca.
Un disegno di legge, proposto da UGL SICILIA, che rende obbligatoria la formazione professionale nel settore della pesca, è stato depositato nelle scorse settimane, primo firmatario il Presidente della III^ Commissione ARS, on.le Caputo Salvino.
Si potrebbe partire proprio da questa iniziativa parlamentare per cominciare ad accorpare in un unico percorso legislativo, tutte le norme vigenti, che regolamentano in atto la pesca n Sicilia, al fine di redigere un vero e proprio TESTO UNICO che snellisca il settore della pesca delle troppe leggi e leggine, restituendone chiarezza interpretativa e rendendone facile l’applicazione all’interno del quadro giuridico comunitario, nazionale e regionale.

Nessun commento:

Posta un commento