Il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge che contiene norme urgenti per fronteggiare l’emergenza della pesca italiana alle prese con i rincari del prezzo del gasolio.
Il Ministro Zaia, accogliendo in parte le richieste avanzate, nelle scorse settimane, dall’UGL Pesca, ha previsto un fermo straordinario dell’attività per le navi che utilizzano i sistemi di pesca “a strascico” e di rete “volante”, la rottamazione delle imbarcazioni vetuste, attraverso procedure di finanziamento snelle, nonché l’estensione della cassa integrazione straordinaria già in vigore nell’agricoltura. Si tratta della prima immediata risposta del Governo nazionale dopo le manifestazioni di sciopero della categoria e le pressioni esercitate dall’UGL, a livello governativo e parlamentare, attraverso la proposta di un pacchetto di misure urgenti di intervento.
L’introduzione dell’ammortizzatore sociale, dichiara Giuseppe Messina, Segretario Regionale di UGL PESCA, costituisce una importante innovazione tecnica per il settore, che avrà ricadute nel Contratto Collettivo nazionale di categoria, in scadenza, nonché per la salvaguardia dei livelli di retribuzione per i lavoratori del mare. Rappresenta - prosegue il Dirigente UGL - un primo punto di partenza per gestire la fase della ristrutturazione della pesca italiana che vedrà la nostra Organizzazione Sindacale impegnata, con un approccio moderno e consapevole, nei Tavoli di Concertazione per fornire risposte adeguate e condivise al fine di giungere alla rapida soluzione dei problemi dei pescatori. Tra le misure d’intervento contenute nel Decreto Legge, il fermo straordinario potrà durare al massimo trenta giorni ed essere attivato nell’arco di quattro mesi. Al periodo di stop è collegato un fondo di 35 milioni di euro di cui potranno beneficiarne sia gli equipaggi che gli armatori. Il provvedimento, inoltre, attiva dal 15 luglio la rottamazione delle imbarcazioni vetuste con la previsione di una indennità di buonuscita in favore dell’armatore, attraverso l’utilizzo di 157 milioni di euro dell’UE, stanziati attraverso il FEP per il periodo 2007-2013. L’accelerazione delle procedure per la rottamazione dei natanti – secondo Giuseppe Messina – rischia di innescare un pericoloso processo di disoccupazione nel settore se non supportate da misure collaterali di intervento a sostegno dei livelli occupazionali. Permangono le perplessità da parte della scrivente O.S. – conclude il Segretario UGL PESCA – sulla complessiva manovra del Governa nazionale per rilanciare la pesca italiana, a causa del mancato inserimento nel Decreto legge di norme che estendono, per esempio, i benefici dell’IVA agevolata dal settore agricolo a quello della pesca, che riconoscono come “lavoro usurante” l’attività a bordo del natante da pesca e che dettano regole che favoriscano la cosiddetta “filiera corta”, il controllo dei prezzi al consumo e la liberalizzazione della distribuzione del carburante. L’auspicio dell’UGL Pesca è che il decreto legge, nel corso dell’iter parlamentare di conversione, possa venire ulteriormente rafforzato da provvedimenti normativi che prevedano non solo forme di ristoro immediato ma anche strumenti moderni ed efficaci che possano gestire i cambiamenti in atto nelle condizioni complessive di mercato e di lavoro.
Il Ministro Zaia, accogliendo in parte le richieste avanzate, nelle scorse settimane, dall’UGL Pesca, ha previsto un fermo straordinario dell’attività per le navi che utilizzano i sistemi di pesca “a strascico” e di rete “volante”, la rottamazione delle imbarcazioni vetuste, attraverso procedure di finanziamento snelle, nonché l’estensione della cassa integrazione straordinaria già in vigore nell’agricoltura. Si tratta della prima immediata risposta del Governo nazionale dopo le manifestazioni di sciopero della categoria e le pressioni esercitate dall’UGL, a livello governativo e parlamentare, attraverso la proposta di un pacchetto di misure urgenti di intervento.
L’introduzione dell’ammortizzatore sociale, dichiara Giuseppe Messina, Segretario Regionale di UGL PESCA, costituisce una importante innovazione tecnica per il settore, che avrà ricadute nel Contratto Collettivo nazionale di categoria, in scadenza, nonché per la salvaguardia dei livelli di retribuzione per i lavoratori del mare. Rappresenta - prosegue il Dirigente UGL - un primo punto di partenza per gestire la fase della ristrutturazione della pesca italiana che vedrà la nostra Organizzazione Sindacale impegnata, con un approccio moderno e consapevole, nei Tavoli di Concertazione per fornire risposte adeguate e condivise al fine di giungere alla rapida soluzione dei problemi dei pescatori. Tra le misure d’intervento contenute nel Decreto Legge, il fermo straordinario potrà durare al massimo trenta giorni ed essere attivato nell’arco di quattro mesi. Al periodo di stop è collegato un fondo di 35 milioni di euro di cui potranno beneficiarne sia gli equipaggi che gli armatori. Il provvedimento, inoltre, attiva dal 15 luglio la rottamazione delle imbarcazioni vetuste con la previsione di una indennità di buonuscita in favore dell’armatore, attraverso l’utilizzo di 157 milioni di euro dell’UE, stanziati attraverso il FEP per il periodo 2007-2013. L’accelerazione delle procedure per la rottamazione dei natanti – secondo Giuseppe Messina – rischia di innescare un pericoloso processo di disoccupazione nel settore se non supportate da misure collaterali di intervento a sostegno dei livelli occupazionali. Permangono le perplessità da parte della scrivente O.S. – conclude il Segretario UGL PESCA – sulla complessiva manovra del Governa nazionale per rilanciare la pesca italiana, a causa del mancato inserimento nel Decreto legge di norme che estendono, per esempio, i benefici dell’IVA agevolata dal settore agricolo a quello della pesca, che riconoscono come “lavoro usurante” l’attività a bordo del natante da pesca e che dettano regole che favoriscano la cosiddetta “filiera corta”, il controllo dei prezzi al consumo e la liberalizzazione della distribuzione del carburante. L’auspicio dell’UGL Pesca è che il decreto legge, nel corso dell’iter parlamentare di conversione, possa venire ulteriormente rafforzato da provvedimenti normativi che prevedano non solo forme di ristoro immediato ma anche strumenti moderni ed efficaci che possano gestire i cambiamenti in atto nelle condizioni complessive di mercato e di lavoro.
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