mercoledì 31 marzo 2010
SANTA PASQUA 2010 - MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
"Cristo Risorto è “la speranza di un futuro migliore”, uniti a Lui “diventiamo apostoli di pace e messaggeri di una gioia che non teme il dolore”
Dalle note del Surrexit Dominus, Benedetto XVI
Tratto da: www.ratzingerbenedettoxvi.com
martedì 30 marzo 2010
PESCA: CRP, SEDUTA STRAORDINARIA CON COMMISSIONE PESCA DEL PARLAMENTO EUROPEO
Valorizzazione della pesca artigianale, approccio ecosistemico in una visione regionale come prospettiva mediterranea di sviluppo della pesca, riforma condivisa della PCP, ruolo legiferante della Commissione in attuazione del Trattato di Lisbona, sono alcune delle linee direttrici che il Presidente della Commissione Pesca del Parlamento Europeo, on.le Fraga Estevez (NELLA FOTO), ha affrontato nel corso del Consiglio Regionale Pesca, riunitosi in seduta straordinaria allargata ad altre autorità.
L’Assessore regionale per le risorse agricole e alimentari, Titti Bufardeci, ha affrontato, nel corso della relazione introduttiva ai lavori, diversi temi, partendo proprio dal fondamentale ruolo del Parlamento europeo nel settore della pesca e della Commissione pesca in particolare che, con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, potrà legiferare in materia essendo dotata di maggiori poteri: Bufardeci ha evidenziato le difficoltà di applicazione dei diversi regolamenti Ue per la specificità del comparto pesca siciliano composto da piccole imprese, nonché la questione legata all’uso di taluni attrezzi di pesca come la Ferrettara; nonché le difficoltà connesse alla pesca del tonno rosso. Argomenti questi ultimi ripresi da Angelo Mancuso, Presidente regionale Federcoopesca, nel suo intervento enfatizzando la necessità di rivedere le restrizioni su attrezzi come la Ferrettara, palangaro, Arpione e Lenze. Con Federcoopesca Sicilia, il rappresentante della pesca artigianale siciliana, Francesco Salmeri – componente CRP – e Nino Accetta, componente Ugl Sicilia in seno al Consiglio, Ugl Agroalimentare Sicilia ha consegnato un Memorandum ai Rappresentanti della Commissione Pesca UE, all’Assessore Titti Bufardeci, al Presidente della III° Commissione all’ARS, Salvino Caputo, ad Antonello Antinoro Componente Commissione Pesca al Parlamento Europeo, al Dirigente Generale Pesca in Sicilia, Gianmaria Sparma, nonché a tutti i rappresentanti datoriali e delle istituzioni presenti all’incontro. Nel corso del suo intervento ai lavori del CRP, Giuseppe Messina, Coordinatore nazionale politiche pesca di UGL Agroalimentare, ha precisato che: “La tutela del lavoro dovrà costituire il paradigma sul quale costruire politiche europee coerenti con la Strategia di Lisbona, che mirino ad introdurre modelli di sviluppo solidali ed incentrati sul complessivo miglioramento di vita dei lavoratori.” Per Messina è necessario modernizzare l’industria del mare puntando sull’innovazione tecnologica di processo, mirando all’internazionalizzazione dei prodotti ed alla valorizzazione della pesca artigianale, strettamente collegata con il territorio ed incentrando gli interventi verso la riscoperta del valore antropologico, turistico ed enogastronomico della risorsa mare, contenitore di nuova vitalità e fonte di reddito futuro per i lavoratori del mare, opportunamente formati e riqualificati. Sul sistema di controlli, che entrerà in vigore nei prossimi mesi, Ugl Agroalimentare Sicilia – sottolinea che è necessario restituire al pescatore il ruolo di “Guardiano del mare”, derogando l’applicazione del regolamento per la piccola pesca artigianale, così come pare esagerato sottoporre i pescatori artigiani ai controlli per lo sbarco dei grandi pelagici oggetto di pesca artigianale.
CONSIGLIO REGIONALE DELLA PESCA: PRESENTATO MEMORANDUM PESCA
Si pubblica, di seguito, il "MEMORANDUM PESCA" presentato nel corso della seduta straordinaria del Consiglio Regionale della Pesca alla presenza della Commissione Pesca del Parlamento Europeo.
Il Documento contenente le proposte per il Parlamento Europeo è stato redatto da Ugl Agroalimentare Sicilia di concerto con Federcoopesca Sicilia ed il Rappresentante della pesca artigianale in Sicilia.
PARLAMENTO EUROPEO COMMISSIONE PESCA
CONSIGLIO REGIONALE PESCA
Seduta Straordinaria
MEMORANDUM PESCA
Palazzo dei Normanni
Palermo, 30 marzo 2010
INDICE
1. Il quadro di riferimento ….. 3
2. Alcune considerazioni critiche e prospettiche …..3
3. Appunti e proposte su specifici attrezzi da pesca …..5
4. Conclusioni e saluti …..7
1. IL QUADRO DI RIFERIMENTO
Nel ”Rapporto annuale di esecuzione del FEP” emanato nel giugno 2009 dalla Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è emerso come l’attuazione dell’Asse 1 nel corso del 2008 non è stata completa e non ha coinvolto tutte le misure contenute nel Programma Operativo e previste dal Fondo Europeo della Pesca.
Le cause di questo ritardo nel dare completezza all’avvio dell’Asse 1 sono state addebitate alla grave situazione di emergenza in cui versava la flotta da pesca italiana a causa del caro gasolio per le enormi difficoltà riscontrate nel rendere economicamente appetibili ed immediatamente fruibili le misure diverse da quella di arresto temporaneo.
La crisi del gasolio, infatti, ha reso necessario un intervento tempestivo e prioritario da parte della Pubblica Amministrazione, in coerenza e con il supporto garantito con il Reg. (CE) n. 1198/2006 e con il Reg. (CE) n. 744/2008, che desse immediato supporto agli operatori del settore evitando la fuoriuscita dal settore a causa del fallimento della loro attività economica.
A tal uopo, il Rapporto ha sottolineato che la flotta da pesca italiana non ha alcuna somiglianza con quelle dei Paesi nordici e continentali dell’Unione Europea in quanto è costituita per la gran parte da piccole imbarcazioni la cui attività si regge su equilibri economici molto più fragili e sensibili agli shock avversi come il caro gasolio.
In un Paese come l’Italia le misure che potevano costituire un sostegno agli operatori del settore hanno quindi dovuto avere necessariamente una corsia preferenziale rispetto alle altre.
Anche volendo attribuire un peso relativo a quella che si presentava come un’emergenza
nazionale non bisogna comunque dimenticare che il successo dell’attuazione di una misura
dipende da molteplici fattori ed il principale di essi è l’appetibilità economica della misura
stessa.
Il quadro descritto dal Rapporto del MIPAF evidenzia alcuni limiti nella strategia adottata dall’UE negli scorsi anni sul Mediterraneo, incapace di invertire una caduta a picco della redditività delle imprese di pesca con un innalzamento della fuoriuscita dei lavoratori dalla filiera ittica.
2. ALCUNE CONSIDERAZIONI CRITICHE E PROSPETTICHE
E’ per queste considerazioni che rivendichiamo un cambio di rotta della politica comunitaria nel Mediterraneo.
I contenuti della Politica Comune della Pesca che regolamenteranno la filiera su tutto il territorio europeo dovranno essere incentrati sulle misure socio-economiche combinate a quelle di conservazione delle risorse del mare.
L’uomo in quanto lavoratore deve essere posto al centro delle dinamiche decisionali, siamo consapevoli della necessità di regolamentare lo sforzo di pesca, ma occorre, rispetto alle scelte del passato da parte dell’UE che hanno prodotto scarsissimi effetti, assegnare pari dignità alla garanzia di un reddito equo e sostenibile per il pescatore e la propria famiglia.
La politica di arresto definitivo è condivisibile nella misura in cui saranno parallelamente individuate altrettante misure di supporto e sostegno al reddito con indubbi sacrifici in termini di impegno finanziario da parte dell’UE.
Dietro ogni demolizione di una imbarcazione da pesca si cancella la storia di un gruppo umano altamente specializzato ed il mestiere di tanti decenni, con la conseguente necessità di trovare una risposta al pescatore disoccupato.
Ecco perché accanto alla scelte di conservazione delle specie ittiche e di tutela dell’ambiente marino occorre introdurre strumenti efficaci di contrasto alle nuove forme di povertà come l’ammortizzatore sociale per 12 mesi, estensibile a 24, accompagnato da una concreta politica attiva del lavoro attraverso percorsi di orientamento, formazione e riqualificazione del pescatore licenziato allo scopo di ricollocarlo nel settore o incentivarlo ad altra forma di occupazione.
E’ in tale direzione che esprimiamo serie perplessità in ordine al mantenimento di una massiccia politica di arresto definitivo dell’attività di pesca, attesa la mancanza di chiarezza sull’utilizzo di strumenti di supporto al reddito dei pescatori licenziati e di ricollocazione con adeguati percorsi di orientamento e riqualificazione professionale, nonché di un piano straordinario di investimento verso natanti ad basso impatto ambientale ed altamente tecnologici e verso impianti a terra (trasformazione, acquacoltura, etc.) per la standardizzazione delle produzioni ittiche certificabili.
La pesca siciliana è soffocata non solo dalle restrizioni comunitarie ma anche dalla scarsa informazione, dalla mancanza di politiche formative in favore dei nostri pescatori siciliani che no reggono il confronto con i propri colleghi europei; oltre alla carenza di incentivi di natura creditizia e fiscale (credito d’imposta, etc.) . L’attuale applicazione di norme molto restrittive sulle quote di pescato, sulle modalità e tempi di pesca, hanno contribuito ad amplificare le conseguenze di una crisi strisciante sia per la classe imprenditoriale che, conseguentemente per i lavoratori dipendenti.
in merito alla pesca illegale occorre attivare mezzi efficaci di contrasto al fenomeno che danneggia non solo in termini socio-economici il settore, ma anche per l’impatto sul delicato sistema marino.
Intanto è opportuno applicare le norme sulla tracciabilità del prodotto anche all’attività di pesca dei diportisti, i quali potrebbero essere obbligati ad iscriversi in un apposito albo tenuto presso le Regioni, nonché rispettare le misure minime di sicurezza.
La gestione, attraverso i Piani di gestione della fascia costiera, dei tratti di mare affidati a Consorzi di pescatori con la presenza di diportisti potrebbe essere uno strumento di contrasto al fenomeno della illegalità.
3. APPUNTI E PROPOSTE SU SPECIFICI ATTREZZI DA PESCA
Che il settore stia attraversando un periodo di crisi profonda oramai questo è sotto gli occhi di tutti ma che l’emanazione di alcuni Regolamenti Comunitari hanno di fatto segnato la fine delle Imprese di Pesca di tutto il Meridione d’Italia, questa sembra sia una cosa voluta.
Precisiamo “sembra” perché sarebbe assurdo pensare che chi decide sulle sorti del futuro della pesca Comunitaria non abbia contezza di quali ripercussioni possa avere nel tempo una decisione rispetto ad un’altra sulle sorti delle imprese e delle migliaia di lavoratori del mare.
E’ chiaro e lampante davanti a tutti che a distanza di dodici anni dall’emanazione del Regolamento 1239/98 (attrezzo ferrettara definita quale rete da posta derivante ai sensi dell’art.11 dello stesso regolamento) questo non abbia fatto altro che generare disoccupazione e illegalità dovuta alla disperazione degli operatori del settore.
Che si sia esagerato nei tempi passati, riferendoci agli operatori, è sicuramente un dato di fatto ma chiudere completamente e fare fallire il settore della Pesca costiera è un assurdo.
Il riferimento va a quanti impiegano l’attrezzo cosiddetto “Ferrettara” che anno dopo anno hanno visto svanire la possibilità di risorsa economica a favore delle circa 400 imprese di pesca e purtroppo anche dei circa 2.000 pescatori che di fatto oggi rischiano il proprio posto di lavoro. Penso proprio che nel meridione questo non sia possibile, soprattutto se si esaminano i dati sulla disoccupazione e sulla crescita.
La limitazione imposta dal Regolamento sopra citato non nasce da una valutazione di impatto sulle specie protette, anche perché su questo tipo di attrezzo nessuno studio è stato finora attuato, ma si è voluto procedere sulla scorta di informazioni infondate che hanno dato vita all’emanazione dell’allegato VIII che vieta la cattura di talune specie ittiche ivi compreso il Pesce Spada.
Sarebbe stato utile e più consono un apposito studio su questo attrezzo per verificare quale incidenza lo stesso abbia nei confronti della specie protetta che dai pescatori è sempre stata salvaguardata.
Approfittiamo di questo momento di confronto per trasmetterVi quelle che sono le sensazioni sempre più concrete che oggi gli operatori del settore della pesca costiera avvertono e cioè quelle che se non si mette mano ad una rivisitazione di quel Regolamento vedrà ancora di più costrette le nostre Imprese di Pesca a licenziare i propri dipendenti riducendo i costi del personale e quindi di gestione per non chiudere l’attività patrimonio culturale delle marinerie.
A questo punto formuliamo delle richieste, certi che ne farete un buon uso:
1) Avviare un progetto di ricerca sull’attrezzo cosiddetto “Ferrettara” che ne determini una volta e per tutte quale incidenza lo stesso abbia nei confronti delle specie protette facendo salire a bordo dei nostri pescherecci i Commissari UE oltre la ricerca scientifica a Voi gradita;
2) Portare la lunghezza della rete a 5.000 metri con maglia 180 mm poiché sarebbe antieconomico sotto questa soglia di lunghezza;
3) I limiti di pesca per le miglia dalla costa devono essere quelle autorizzate in Licenza di pesca per ogni imbarcazione;
4) L’eliminazione dell’Allegato VIII, che ha dell’assurdo poiché rende completamente inutilizzabile detto attrezzo;
5) In attesa che si completi lo studio di settore sull’uso dell’attrezzo cosiddetto “Ferrettara”, prevedere una deroga all’allegato VIII per la cattura del pesce spada, del tonno e dell’alalunga per un periodo limitato tra il 1° maggio ed il 31 luglio.
I problemi certo non finiscono qui c’è da far constatare anche il fallimento che la Politica Europea ha avuto nell’emanazione del Regolamento n. 1967 del 21 dicembre 2006 del Mediterraneo che non ha saputo coinvolgere i ns. vicini paesi Africani che di fatto continuano con la loro Politica di pesca lasciando a noi i divieti imposti dai ns. Regolamenti che hanno allargato, i divieti imposti dall’allegato VIII al Regolamento 1239/98, anche ai cosiddetti “attrezzi da posta”.
Questo in sintesi ha significato che i nostri vicini di casa mediterranei pescano liberamente i prodotti ittici a noi vietati dai Regolamenti come per esempio il Pesce Spada e noi compriamo da loro quello che una volta pescavamo.
Insomma, oltre il danno la beffa.
Aggiungiamo a quanto evidenziato ciò che sta accadendo intorno alla pesca del Tonno che ha di fatto messo in crisi ancora di più chi usa gli attrezzi “Palangaro”, “Arpione” e “Lenze” che non avendo quota Tonno sono diventati anche loro illegali.
Ci si chiede quanto incide in una stagione di pesca la cattura del Tonno sull’attività svolta dalla piccola pesca?
Come si può considerare alla stregua delle altre attività la pesca con “Arpione” effettuata dalle FELUCHE (uniche al mondo tra Scilla – Bagnara Calabra e Messina)?
Gli interrogativi posti spingono alla necessità di dovere ragionare anche intorno all’attività di cattura delle FELUCHE e attuare politiche di salvaguardia per salvare dalla crisi anche queste Imprese di pesca che, di fatto, basano su questo tipo di cattura, in via esclusiva, la loro attività.
Formuliamo le nostre proposte in merito:
1) Riconsiderare le quote tonno a favore dei Palangari;
2) Aumentare le quote accidentali e non assoggettarle all’osservanza degli sbarchi autorizzati;
3) Dare la possibilità alle feluche di catturare senza limiti il tonno vista l’esigua quantità che ogni una di loro può pescare durante la stagione di pesca. Di fatto questo tipo di imbarcazioni lavora 5 mesi l’anno andando per il rimanete periodo in disarmo.
4) Introdurre precisi divieti alla pesca sportiva di cattura, sbarco e commercializzazione del tonno.
L’impianto complessivo del Regolamento per i Controlli all'attività di pesca 1010/2009, adottato il 22.10.09 e pubblicato sulla G.U. della UE, n. L 280 del 27 ottobre 2009 sembra commisurato alle esigenze delle imprese medio grandi della filiera, mentre in realtà il nostro indotto si qualifica per realtà microimprenditoriali; le quali vanno sostenute e tutelate
La pesca illegale, in particolare, sottrae risorse ingenti a quella legale e professionale depauperando senza controllo gli stocks ittici, falsando il sistema d'acquisizione dei dati di pesca e catturando esemplari sottotaglia e di specie protette o a rischio d'estinzione.Inoltre, immette nel mercato clandestino pesce al di fuori dei controlli e degli adempimenti sanitari, amministrativi e fiscali.Gran parte di questa situazione (che, a seconda della specie, incide anche sino al 20%) è dovuta anche alla presenza di bandiere di comodo nel Mediterraneo e alle attività di lobbyes internazionali specie per i grandi pelagici.
4. CONCLUSIONI E SALUTI
In conclusione, occorre che l’UE, attraverso il Commissario alla pesca, compia lo sforzo di riscrivere le regole poste a governo delle scelte economico-politiche non solo in materia finanziaria ma anche e soprattutto in tema di politiche sociali e del lavoro, ponendo al centro delle scelte i valori e la mediterraneità della pesca, guardando al partenariato con i Paesi del Magreb.
Il processo di cambiamento dovrà essere incentrato sulla qualità delle scelte, attraverso percorsi condivisi e incentrati sul dialogo sociale eticamente sostenibile.
La tutela del lavoro deve costituire il paradigma sul quale costruire politiche europee coerenti con la Strategia di Lisbona che mirino ad introdurre modelli di sviluppo solidali ed incentrati sul complessivo miglioramento della qualità di vita dei lavoratori.
E’ necessario modernizzare l’industria agroalimentare, ed al suo interno la pesca, attraverso l’innovazione tecnologica dei processi, l’internazionalizzazione dei prodotti e la valorizzazione delle fasce costiere in un percorso complessivo di rilancio della pesca artigianale incentrato sulla riscoperta del valore antropologico,turistico ed enogastronomico della risorsa mare.
Occorre incentivare la lotta contro le frodi, contro il lavoro irregolare, migliorando le condizioni di sicurezza dei pescatori operanti a bordo delle imbarcazioni da pesca come degli addetti impegnati nelle strutture a terra.
La Commissione Europea della Pesca ha il dovere di fornire risposte adeguate a chi opera nel settore, che rappresenta fonte di reddito ed occupazione (circa 20.000 addetti tra diretto ed indotto) indispensabile per la Sicilia martoriata dall’assenza di grandi industrie, garantendo produzione e occupazione, la pesca soffre il difforme quadro normativo rispetto della applicazione delle norme da parte di chi importa prodotto privo di elementi conoscitivi.
Puntare sulla competitività della pesca siciliana e meridionale è necessario ed imprescindibile, ma non è sui prezzi che si gioca la partita né sulla intrinseca qualità della specie ittica, semmai sulla cosiddetta “qualità di processo”.
La tracciabilità dei prodotti dal momento della cattura al consumo finale, la possibilità cioè per il consumatore di riconoscere in trasparenza l’intero percorso di filiera è determinante per porre a riparo il sistema dalle ingerenze esterne di una globalizzazione senza regole.
Salutando con immenso piacere la nomina del nuovo Commissario europeo alla pesca, non possiamo che sperare nella importanza che Ella saprà dare alle nostre richieste certi che comprenderà che da questo dipenderà la vita di molte Imprese di Pesca Siciliane e di conseguenza della conservazione dei posti di lavoro.
Fino a quando non saranno resi attuati i PGL in Sicilia che modernizzeranno la gestione degli specchi acquei nel rispetto dell’ecosostenibilità e dell’ambiente marino, si chiede la deroga all’applicazione del regolamento sui controlli per la pesca artigianale.
Con cordialità,
Rappresentante Pesca Artigianale
Consiglio Regionale Pesca
Sig. Francesco Salmeri
Rappresenta Ugl Pesca Sicilia
Consiglio Regionale Pesca
Rag. Antonino Accetta
Dott. Angelo Mancuso
Presidente Federcoopesca Sicilia
Dott. Giuseppe Messina
Segretario Regionale
Federazione Agroalimentare
UGL SICILIA
ELEZIONI LAZIO: POLVERINI PRESIDENTE
Finalmente abbiamo assistito nella regione Lazio ad una bella ed emozionante competizione elettorale fra la Polverini (nella foto) e la Bonino"
E' questo il commento di Giovanni Condorelli Segretario Generale dell'Ugl in Sicilia."A questo punto -conclude Condorelli - al neo Presidente Polverini, non rimane altro che mettere in campo i 60 punti del suo programma e dimostrare a tutto il popolo laziale, quali sono le sue doti personali di donna impegnata nel sociale, accanto alla gente e per la gente, nell'interesse primario della democrazia".
Per Giuseppe Messina - Coordinatore nazionale politiche della pesca di Ugl Agroalimentare - l'elezione della Polverini è il risultato della volontà di cambiamento e rinnovamento dei laziali. Con più del 27% dei voti ottenuti dalla Lista, dal Presidente Polverini ci aspettiamo una energica azione di governo incentrata su nuove dinamiche che puntino sul rilancio del lavoro e dell'economia, valorizzando settori produttivi in crisi come la pesca e la filera del mare.
giovedì 25 marzo 2010
PESCA: PALERMO, IN VISITA PRESIDENTE COMMISSIONE PESCA DEL PARLAMENTO EUROPEO
Si terrà il 30 marzo p.v. presso la sede di Palazzo dei Normanni di Palermo una seduta straordinaria del Consiglio Regionale della Pesca in occasione della visita della delegazione dei componenti della Commissione Pesca del Parlamento Europeo, guidata dal Presidente, on.le Carmen Fraga Estevez.
E’ una straordinaria occasione di confronto con i vertici della pesca comunitaria - dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia – in una fase delicata nelle relazioni tra l’UE e l’Italia. La recente contrapposizione sulle scelte legate alla pesca dei grandi pelagici che ha portato ad una ulteriore restrizione dell’attività produttiva ha confermato una strategia comunitaria che, nonostante l’insediamento della nuova Commissione – guarda ottusamente alle lobby economico-finanziarie interessate alla pesca nei mari del Nord Europa.
La corretta attuazione dei principi contenuti nel Libro Verde, il processo di riduzione dello sforzo di pesca, la sostenibilità ed il pieno rispetto dell’ambiente marino – prosegue Messina - non possono prescindere dal restituire al pescatore la consapevole responsabilità dei mari attraverso un ventaglio di strumenti operativi come il Piano di Gestione Locale accompagnato da una efficace ed efficiente applicazione di strumenti di sostegno al reddito e di politiche attive del lavoro in favore di tutti quei pescatori e lavoratori della filiera ittica interessati da restringimenti produttivi in attuazione di precise scelte normative. L’azione del Governo regionale e dell’Assessore Titti Bufardeci nello specifico conclude Messina - diviene fondamentale per affiancare alle scelte comunitarie e nazionali una serie di strumenti di supporto indispensabili per allineare la politica siciliana al sistema di regole sancite dal Libro Verde all’attuale fase congiunturale di crisi aggravata da una fase strutturale che necessita dell’ammodernamento dei processi lungo la filiera del mare puntando sulla qualità di sistema e sulla certificazione del prodotto-processo siciliano supportato da un regime di controllo dei prezzi dalla produzione al consumo.
mercoledì 24 marzo 2010
martedì 23 marzo 2010
PESCA: C.R.I., CHIESTA APPLICAZIONE CIGS IN DEROGA PICCOLA PESCA
Chiesta l’estensione dell’istituto dell’ammortizzatore sociale in deroga anche al settore della piccola pesca artigianale disciplinato dalla L. n.250/58 nel corso della seduta della Commissione Regionale per l’Impiego del 25 febbraio u.s. come da Verbale approvato nella seduta del 22/03/2010.
Abbiamo già presentato la bozza di accordo regionale per l’estensione della CIGS in deroga in favore del comparto della piccola pesca artigianale all’Assessore Lino Leanza – dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale agroalimentare e Componente della CRI presso l’Assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro. In Veneto ed il Calabria i benefici sono stati estesi ai pescatori imbarcati nelle cooperative disciplinate dalla L. n.250/58 – precisa Messina – attraverso l’utilizzo di parte del fondi stanziati dal governo nazionale attraverso la Conferenza Stato-Regioni. Dello stesso parere il Componente CRI di ConfCooperative, Nino Maraventano il quale ha dichiarato che: “…è indispensabile l’inclusione del comparto della piccola pesca disciplinato dalla L. n.250/58 per le gravi difficoltà nel rinnovamento strutturale aggravato dalla crisi economica nazionale ed internazionale”. Ci aspettiamo dall’’Assessore al lavoro Leanza – conclude Messina - una presa di posizione sulla questione sollevata da Ugl Agroalimentare per dare certezza alle centinaia di lavoratori del mare ad oggi preclusi dai benefici della CIGS in deroga rispetto ad altre categorie.
lunedì 22 marzo 2010
Commissione Regionale Impiego ESTRATTO Seduta del 25 febbraio 2010
sabato 20 marzo 2010
PESCA: NOVELLAME, CHIESTA PROROGA
Chiesta dalle associazioni datoriali all’Assessore regionale per le risorse agricole e alimentari, on.le Titti Bufardeci, ed al dirigente Generale agli interventi pesca, Gianmaria Sparma, la proroga della pesca del novellame in Sicilia nel corso della seduta del Consiglio Regionale della pesca del 17 marzo 2010.
Per Ugl Agroalimentare Sicilia – dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale – va rivisto il calendario che autorizzava la pesca speciale del novellame per il 2010 nei Compartimenti Marittimi siciliani, attività che rappresenta un momento reddituale importante per i pescatori, vanificato dalle avverse condizioni meteorologiche che hanno imperversato dall’inizio del corrente anno. Chiediamo, in tal senso, – conclude Messina – che l’Assessorato regionale pesca si faccia carico di intercedere con il Ministro Luca Zaia per ottenere l’autorizzazione alla proroga in Sicilia, che consentirebbe ai pescatori di poter completare la campagna di pesca.
giovedì 18 marzo 2010
PESCA: BUFARDECI, DA VERTICE DOHA NESSUNO STOP A TONNO ROSSO
(Fonte ASCA) - Dal vertice di Doha, dove era riunita la commissione Cities, arrivano buone notizie per il futuro sulla pesca del tonno rosso. ''La proposta di inserire il tonno rosso nell'allegato uno - spiega l'assessore alle risorse agricole della regione Siciliana, Titti Bufardeci - e' stata bocciata''.
Al di la' del valore politico della decisione assunta dal comitato, Bufardeci sottolinea la forte importanza di questa scelta per la pesca siciliana: ''si rischiava di cancellare un pezzo della nostra tradizione alimentare e culturale, creando al tempo stesso danni all'industria peschiera, gia' segnata da una forte crisi strutturale. Siamo stati al fianco dei nostri pescatori e siamo contenti di questo risultato.
Una scelta giusta, perche', come sosteniamo da tempo, non ci sono indicatori scientifici tali da dover considerare il tonno rosso una specie a rischio''. Ma non sara' caccia indiscriminata.
''Esistono le quote e vanno rispettate - spiega Bufardeci - anche perche' il modello di pesca che vogliamo far crescere e' quello di un sistema compatibile con il mare e la sua tutela. Stiamo orientando, proprio lungo questa direzione, le scelte strategiche per il futuro della pesca siciliana, con la volonta' di utilizzare le risorse che il fondo europeo mette a nostra disposizione per garantire sicurezza a bordo dei natanti, e per creare una nuova dimensione professionale del pescatore, che dovra' essere, sempre di piu', la sentinella del mare, cogliendone i frutti ma tutelando al tempo stesso le preziose risorse che ci offre madre natura''.
Proseguendo su questa linea, continua Bufardeci, ''ora riteniamo necessario il ricorso a interventi di carattere scientifico per definire le modalita' ottimali per uno sfruttamento sostenibile dello stock. E' comunque certo che una specie cosi' preziosa non debba essere svalutata da una commercializzazione massiva e indistinta''.
Resta uno spiraglio di speranza per i pescatori siciliani danneggiati dalle restrizioni dell'Ue sulla pesca del tonno rosso - dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia - è necessario, nel rispetto delle attuali quote assegnate, affidare alla ricerca scientifica il futuro di tale attività. Auspichiamo che ferrettara e palangaro possano costituire attrezzi da pesca di riferimenti della pesca artigianale senza gli attuali limiti ed imposizioni per garantire il ritorno a livelli di reddito soddisfacenti per i pescatori siciliani.
martedì 9 marzo 2010
AGRICOLTURA: REVOCA SOSPENSIONE TRIBUTI E SITUAZIONI DEBITORIE IMPRESE AGRICOLE
Con decreto assessoriale del 24 febbraio 2010, pubblicato nella GURS n.9 del 26/02/2010 l’Assessore all’economia, on.le Michele Cimino ha revocato il Decreto del 29/01/2010 concernete la sospensione della riscossione dei tributi di spettanza regionale e congelamento delle situazioni debitorie pregresse relative alle imprese del settore agricolo.
Di seguito si pubblica il Decreto nella sua interezza con le motivazioni addotte in premessa.
ASSESSORATO DELL’ECONOMIA
DECRETO 24 febbraio 2010.
Revoca del decreto 29 gennaio 2010, concernente sospensione della riscossione dei tributi di spettanza regionale e congelamento delle situazioni debitorie pregresse relative alle imprese del settore agricolo e artigianale.
L’ASSESSORE PER L’ECONOMIA
Visto lo Statuto della Regione;
Visto il D.P.R. 26 luglio 1965, n. 1074, recante norme di attuazione dello Statuto della Regione in materia finanziaria;
Visto il Testo Unico sull’ordinamento del governo e dell’amministrazione regionale, approvato con D.P.Reg. del 28 febbraio1979, n. 70 e sue successive modifiche ed integrazioni;
Vista la legge regionale 5 settembre 1990, n. 35, recante “Istituzione e disciplina del servizio di riscossione dei tributi e delle altre entrate”;
Vista la legge regionale n. 10/2000 e sue successive modifiche ed integrazioni ed in particolare l’art. 2;
Vista la legge regionale n. 19/2008;
Visto il D.P.Reg. n. 12 del 5 dicembre 2009 recante il regolamento di attuazione del titolo II della legge regionale n. 19/2008;
Visto il proprio decreto n. 2 del 29 gennaio 2010 e l’allegata circolare n. 1 del 29 gennaio 2010 parte integrante, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 7 del 12 febbraio 2010, attuativi della deliberazione della Giunta regionale n. 529/2009, concernenti la sospensione della riscossione ed il congelamento delle situazioni debitorie pregresse dei tributi afferenti le
entrate tributarie di competenza regionale per un periodo di dodici mesi;
Tenuto conto del contenuto della deliberazione n. 527 del 15 dicembre 2009, con la quale la Giunta regionale si è determinata a “sollecitare il Governo nazionale, e per esso, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il Ministero dell’economia e delle finanze ad assumere con immediatezza, entro la prima seduta utile del Consiglio dei Ministri, gli adempimenti connessi alla
richiesta della dichiarazione dello stato di crisi del mercato dei comparti agricolo, ortofrutticolo, vitivinicolo, cerealicolo, olivicolo, zootecnico e florivivaistico regionali, di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 379 del 29 settembre 2009 e n. 417 del 27 ottobre 2009, al fine della sospensione degli adempimenti relativi ai versamenti tributari e previdenziali, della proroga delle cambiali agrarie e della tempestiva attivazione delle misure di sostegno per le imprese agricole siciliane”.
Ritenuta pertanto l’opportunità, anche ai fini della più efficace e compiuta tutela dell’interesse pubblico connesso al sostegno dei comparti agricoli in crisi, di dovere ricondurre le misure previste dal predetto decreto n. 2 del 29 gennaio 2010 e dell’allegata circolare n. 1 del 29 gennaio 2010 parte integrante, nell’ambito della più generale iniziativa formalmente assunta dal Governo
regionale con la citata deliberazione n. 527 del 15 dicembre 2009 nei confronti dei competenti organi del Governo nazionale ed anche in sede comunitaria, revocando nelle more il citato decreto n. 2 del 29 gennaio 2010 e l’allegata circolare n. 1 del 29 gennaio 2010 parte integrante;
Decreta:
Articolo unico
Per le motivazioni specificate in premessa, il decreto assessoriale n. 2 del 29 gennaio 2010 e l’allegata circolare n. 1 del 29 gennaio 2010 parte integrante, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 7 del 12 febbraio 2010, sono revocati.
Il presente provvedimento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana e nel sito web dell’Assessorato
Palermo, 24 febbraio 2010.
CIMINO
(2010.5.386)091
lunedì 8 marzo 2010
AGRICOLTURA: SEDICIMILA LE AZIENDE AMMESSE AL PIANO RITIRO ARANCE
Pubblicato sul sito internet dell'assessorato regionale alle Risorse agricole l'elenco dei produttori ammessi al conferimento di arance con le relative quote di assegnazione nell'ambito del ritiro di 50.000 tonnellate da destinare alla trasformazione in succhi per aiuti umanitari.
Al Dipartimento interventi Strutturali in agricoltura dell’Assessorato regionale risorse agricole e alimentari, sono pervenute richieste da 7.310 produttori singoli e 8.842 associati, per un totale di oltre 16 mila.
Le richieste di conferimento sono stare pari a 94 mila chili di prodotto.
Le assegnazioni ammontano, così come previsto dalla norma inserita nella legge sull'agriturismo, a 50 mila tonnellate, che sono state poi ripartite tra i produttori che ne hanno fatto richiesta. Il dipartimento ha anche provveduto a identificare i tredici centri di raccolta per le arance che saranno trasformate. Il programma a favore del settore agrumicolo é stato reso possibile grazie ad un articolo contenuto nella Legge regionale n.3 del 26 febbraio 2010, recentemente approvata dall’ARS e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.10 del 01/03/2010 che contiene una dotazione finanziaria di 12,5 milioni di euro.
domenica 7 marzo 2010
ANTINCENDIO: PERMANE STATO AGITAZIONE LAVORATORI FORESTALI
In una nota a firma congiunta di Ugl Agroalimentare Sicilia e SNAF-FNA/Confsal chiesto l’immediato intervento dell’Assessore regionale al territorio ed ambiente, on.le Giovanni Di Mauro, e del Dirigente Generale Pietro Tolomeo, per garantire la copertura finanziaria necessaria all’avvio delle giornate di lavoro per i lavoratori antincendio. Per Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia e Salvatore Damiano, Coordinatore regionale Forestali di SNAF-FNA/Confsal, il Governo Lombardo ha assunto precisi impegni con le OO.SS. ed i lavoratori forestali a seguito della sottoscrizione dell’accordo del 14 maggio dello scorso anno per l’aumento delle giornate di lavoro e la garanzia degli aumenti contrattuali. I continui ritardi, proseguono i due sindacalisti, la mancata approvazione del bilancio della Regione e l’incertezza sul futuro contrattuale e retributivo alimentano un malcontento che cresce in tutto il territorio siciliano. Ai Presidenti delle Commissioni dell’Assemblea Regionale Siciliana, on.li Riccardo Savona, (II° Commissione Bilancio,), Salvino Caputo, (III° Commissione attività produttive), Fabio Maria Mancuso, (IV° Commissione territorio e ambiente) ed a Fausto Fagone (V° Commissione Lavoro) chiediamo – concludono – un impegno preciso e responsabile a salvaguardia di migliaia di posti di lavoro. Permane lo stato di agitazione dei lavoratori forestali fino alla soluzione della vicenda.
giovedì 4 marzo 2010
UGL AGROALIMENTARE SICILIA: APPROVATA LEGGE REGIONALE AGRITURISMO
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.10 del 01/03/2010 la Legge regionale n.3 del 26 febbraio 2010 recante il titolo: "Disciplina dell'agriturismo in Sicilia".
La legge si articola in 24 articoli.
L’art. 1 individua le finalità:
La Regione, in conformità alla legge 20 febbraio 2006, n. 96, e in coerenza con i programmi di sviluppo rurale cofinanziati dall’Unione europea, sostiene l’agricoltura anche mediante la promozione di forme idonee di turismo nelle campagne, compreso l’agriturismo, volte a:
a) tutelare, qualificare e valorizzare le risorse specifiche di ciascun territorio agricolo regionale;
b) favorire il mantenimento delle attività umane nelle aree rurali;
c) favorire la multifunzionalità in agricoltura e la differenziazione dei redditi agricoli;
d) favorire le iniziative a difesa del suolo, del territorio e dell’ambiente da parte degli imprenditori agricoli,
attraverso l’incremento dei redditi aziendali e il miglioramento della qualità della vita;
e) recuperare il patrimonio edilizio rurale nel rispetto delle valenze paesaggistiche e ambientali;
f) sostenere e incentivare le produzioni tipiche, le produzioni di qualità e le connesse tradizioni enogastronomiche;
g) promuovere la cultura rurale, l’educazione alimentare e il rapporto fra il mondo rurale e le componenti
non agricole della società;
h) favorire lo sviluppo agricolo e forestale
L’art.2 sancisce la definizione di attività agrituristica:
Per attività agrituristiche si intendono le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile ed iscritti alle camere di commercio, anche nella forma di società di capitali o di persone attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali.
2. Possono essere addetti allo svolgimento dell’attività agrituristica l’imprenditore agricolo e i suoi familiari, nonché i lavoratori dipendenti a tempo determinato, indeterminato e parziale. A tali soggetti si applica quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 2 della legge 20 febbraio 2006 n. 96, e successive modifiche ed integrazioni. Il ricorso a soggetti esterni è consentito esclusivamente per lo svolgimento di attività e servizi complementari, (Inciso omesso in quanto impugnato dal Commissario dello Stato ai sensi dell’art. 28 dello Statuto).
3. Rientrano fra le attività agrituristiche:
a) l’ospitalità in alloggi o in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori (agricampeggio);
b) la somministrazione di pasti e bevande costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole ubicate in ambito regionale, ivi compresi i prodotti a carattere alcolico e superalcolico, con preferenza per i prodotti biologici certificati, tipici e caratterizzati dai marchi di qualità riconosciuti dall’Unione europea o compresi nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali;
c) l’organizzazione di degustazioni o iniziative promozionali di prodotti in prevalenza di propria produzione e provenienti da aziende agricole ubicate in ambito regionale, aventi le caratteristiche di cui alla lettera b). Alla mescita dei vini si applicano la legge 27 luglio 1999, n. 268 e l’articolo 4 della legge regionale 2 agosto 2002, n. 5;
d) l’organizzazione, anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’impresa, di attività ricreative e finalizzate al benessere psicofisico, culturali, sociali, didattiche, di pratica sportiva, nonché escursionistiche ed ippoturistiche, anche per mezzo di convenzioni con gli enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.
4. Sono considerati di propria produzione i cibi e le bevande prodotti, lavorati e trasformati nell’azienda agricola nonché quelli ricavati da materie prime prodotte nell’azienda agricola e ottenuti attraverso lavorazioni esterne, comprese le carni provenienti da animali allevati in azienda. 5. Ai fini del riconoscimento delle diverse qualifiche di imprenditore agricolo, nonché della priorità nell’erogazione dei contributi, e, comunque, ad ogni altro fine che non sia di carattere fiscale, si applica quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 2 della legge 20 febbraio 2006, n. 96 e successive modifiche ed integrazioni.
Per ulteriori approfondimenti sull'intero articolato è possibile scaricarsi la legge cliccando sulla destra l'indirizzo della GURS tra i Siti Tematici
UGL AGROALIMENTARE:PESCA, PROROGA TERMINI BANDO MISURA 3.1 LETT. M (P.G.L.)
A seguito di quanto emerso nella riunione partenariale tra le OO.SS., le associazioni datoriali e l’Amministrazione regionale, con DDG n. 51 del 04.03.2010, è stata disposta la proroga dei termini di giorni 30 per la presentazione della manifestazione di interesse relativa al bando della misura 3.1 lett. m (Piani di Gestione Locale) e contestualmente sono state approvate alcune modifiche ed integrazioni allo stesso bando, l'estratto del citato DDG n. 51 del 04.03.2010 sarà pubblicato sulla Gazzetta della Regione Siciliana (GURS) il 12.03.2010, mentre il Bando riportante le modifiche apportate sarà pubblicato in versione integrale su questo sito l’08.03.2010.
Tra le modifiche apportate la specifica di pesca costiera da inserire nel bando, procedure rapide per l’anticipazione ed il riconoscimento di ulteriori spese come ammissibili. Il dibattito che ha visto la presenza anche di rappresentanti dei Consorzi di ripopolamento ittico è stato incentrato sulla contrapposizione tra la posizione dei Consorzi e quella delle Associazioni datoriali in ordine ai requisiti per la stipula del Consorzio previsto nella Manifestazione d’interesse e propedeutico per l’accesso alla contribuzione per la gestione della fascia costiera attraverso il Piano. Per Ugl Agroalimentare Sicilia – dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale – il Piano di Gestione Locale è strumento di adattative management e la finalità va ricercata nel potere autoregolamentare delle imprese di pesca che vi operano. Il giudizio di Ugl è netto e trasparente sulla questione aperta dai Consorzi di ripopolamento ittico, per Messina è necessario rivendicare il diritto di proprietà delle risorse nello specchio acqueo che delimita il PGL, spetta alle imprese di pesca di qualsiasi forma giuridica la titolarità nella partecipazione alla Manifestazione d’interesse per la costituzione di Consorzi tra pescatori per la gestione della fascia costiera. Introdurre un processo virtuoso autoregolante fondato su una riscoperta del ruolo del pescatore visto come risorsa inserita in un sistema di gestione integrata della pesca – per Messina – è l’unico percorso attivabile per garantire un futuro al comparto, il mantenimento dei livelli occupazionali, la creazione di forme nuove di reddito e di occupazione, il tutto nel rispetto dell’ambiente e, dell’applicazione del CCNL di settore, alle OO.SS. il compito di vigilare sul sistema di regole a garanzia dei livelli occupazionali. Per Messina occorre specificità ed autonomia gestionale come capisaldi di una moderna gestione della pesca artigianale dentro un corpus di regole a garanzia di una gestione consapevole ed ecocompatibile del mare, risorsa da tutelare e preservare per le future generazioni. Ai Consorzi di ripopolamento ittico compete il ruolo di animazione del territorio – conclude Messina – e secondo una visione di Ugl Agroalimentare Sicilia, peraltro contenuta in una proposta all’attenzione dell’amministrazione regionale – e di naturale sede periferica della Direzione Generale pesca con compiti specifici. Per Ugl Agroalimentare Sicilia, l’Amministrazione regionale ha il dovere di porre mano ad un processo di riorganizzazione degli uffici, a seguito dell’introduzione della L.r.19/2008, per garantire i servizi nelle marinerie sul modello in atto operativo nel mondo agricolo. Servizi, informazione e formazione elementi indispensabili per il rilancio politico-amministrativo della pesca siciliana.
UGL AGROALIMENTARE: A RISCHIO I LAVORATORI ANTINCENDIO
Sollecitata la firma del Decreto assessoriale per l’avvio dei lavori forestali in Sicilia, il pagamento delle indennità arretrate, il rispetto dell’Accordo del 14/05/2009 e la ripresa delle trattative per il rinnovo del C.I.R.L. con l’istituzione di un Tavolo tecnico unitario regionale.
Temi emersi ed affrontati nel corso dell’incontro tra Ugl Agroalimentare Sicilia, Snaf-FNA-Confsal e l’Assessore delle risorse agricole ed alimentari, on.le Titti Bufardeci, coadiuvato dal Capo della Segreteria Tecnica, Carmelo Frittitta. Abbiamo registrato, dichiarano Giuseppe Messina – Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia – e Salvatore Damiano – Coordinatore regionale forestali di Snaf-FNA-Confsal – la disponibilità di Bufardeci nel fornire tutti i chiarimenti in merito alle questioni sollevate, lo stesso ha confermato lo sblocco di tutti i cantieri, sin dal 01/03/2010, anche per quelli privi di copertura finanziaria, grazie alla autorizzazione della Giunta di Governo dei giorni scorsi, indirizzata al Dirigente Generale, per l’apertura di tutti i cantieri al fine di garantire il lavoro a tutti i forestali di cui all’Azienda Foreste Demaniali. Congiuntamente Messina e Damiano confermano lo stato di agitazione del comparto forestale non avendo ricevuto ulteriori rassicurazioni circa il contratto integrativo e restando aperto il fronte dei lavoratori antincendio per i quali in atto non pare verosimile all’avvio al lavoro attesa la mancanza di copertura finanziaria e di certezza sul futuro, rispetto ad un fabbisogno di 90 milioni di euro risultano allocati solamente circa 20 milioni di euro nell’apposito Capitolo di spesa, motivi per i quali hanno avanzato richiesta di incontro urgente all’Assessore regionale al territorio ed ambiente, Roberto di Mauro ed al Dirigente Generale Pietro Tolomeo.
martedì 2 marzo 2010
UGL AGROALIMENTARE:PESCA, PROROGATI TERMINI ISTANZA CALAMITA’ NATURALE
Con Circolare n.2 dell’1 marzo scorso a firma del Dirigente Generale alla pesca, Gianmaria Sparma, è stato prorogato di trenta giorni il termine per la presentazione delle istanze di indennità a favore del settore della Pesca, stabilite dalla legge 33 del 1998 per le calamità' naturali (artt. 1 e 2). La Circolare con lo schema della domanda e le indicazioni per tempi e modalità di presentazione delle istanze era stata pubblicata lo scorso 2 febbraio. I termini di presentazione - dichiara Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia - sarebbero scaduti proprio oggi. La proroga del termine di scadenza – prosegue Messina – garantisce quella maggiore disponibilità di tempo necessaria per consentire l’accesso al contributo ad una maggiore platea di pescatori, in un momento come questo che vede il settore ittico regionale sotto pressione per la crisi economica ed anche per fare in modo che tutte le risorse vengano impiegate. La norma ha una dotazione finanziaria di 35 milioni di euro.
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