Per fatturato e numero d’addetti il comparto siciliano della pesca rappresenta circa un terzo di quello nazionale. Risulta quindi evidente, per l’economia dell’isola ma non solo, la sua importanza.
Purtroppo ad una crisi strutturale già presente nel corso del 2008 si è aggiunto il ‘peso’ sempre maggiore del carburante che, in alcuni momenti, è arrivato a toccare quota +200% rispetto ai valori del biennio precedente. Questo ulteriore fattore si è fatto sentire sia sul bilancio delle imprese di piccole dimensioni (pesca artigianale), che grandi (pesca industriale).
“L’Ugl Sicilia ha costituito agli inizi dell’anno un Dipartimento regionale Pesca, afferente all’Agroalimentare - spiega il responsabile Giuseppe Messina -, ed avviato una campagna adesioni che ha portato già a 265 iscritti con la previsione, per il prossimo anno, di raddoppiare le adesioni. La rappresentatività ottenuta nel comparto è dovuta principalmente ad una massiccia azione a tutti i livelli istituzionali, azione fatta di proposte, idee, protocolli, iniziative legislative miranti ad esprimere un ruolo propositivo ed attivo per la modernizzazione della pesca siciliana”.
In particolare, tanto per citare alcune di queste azioni: stanziamento di fondi per la formazione in materia di sicurezza sul lavoro da realizzarsi nei periodi in cui l’attività lavorativa è ferma; applicazione dell’Iva agricola anche al settore della pesca; estensione degli ammortizzatori sociali in deroga al settore; il riconoscimento della pesca come lavoro usurante; adozione di strumenti immediati di intervento per la liberalizzazione del mercato di distribuzione del carburante nel territorio italiano, favorendo la gestione di punti di distribuzione a gruppi collettivi di interesse costituiti da associazioni di pescatori presso ogni marineria; attuazione di un piano per l’ammodernamento della flotta (con conseguenti vantaggi anche sul fronte ‘verde’); snellimento delle procedure amministrative che gravano sul settore; estensione di misure di sgravio fiscale e previdenziale per un quinquennio in favore dei lavoratori per quelle imprese che garantiranno i livelli d’occupazione; adozione di urgenti misure a sostegno della competitività del settore lungo tutta la filiera, attraverso un sostanziale recupero del differenziale tra i prezzi alla produzione e quelli al consumo.
Inoltre, prosegue il sindacalista, “è stato presentato un disegno di legge presso la Commissione Attività produttive dell’Ars mirante all’introduzione di percorsi formativi per la professionalizzazione dei pescatori che dovrà passare da un maggiore rispetto delle regole sulla sicurezza in ambiente di lavoro, ma anche dal miglioramento delle tecniche di lavorazione dei prodotti ittici deperibili a bordo ed a terra (tracciabilità lungo tutta la filiera), nonché dalla riqualificazione attraverso la formazione continua, secondo l’approccio ‘working in progress’, a garanzia di standard di qualità accettabili per i lavoratori dell’intero comparto e per il re-impiego dei circa 1.000 addetti che nel 2009 rischiano di perdere il proprio posto di lavoro”.
E proprio su quest’ultimo, importante fronte, l’Ugl Pesca – conclude Messina - si è fatta promotrice dell’inserimento del settore della pesca nel Programma Pari della Regione così da estendere i benefici previsti dall’adozione di politiche attive di re-impiego per quei pescatori che saranno interessati dal processo di fuoriuscita dal mercato del lavoro; in tal senso, sono stati chiesti 5 milioni di euro per il 2009 in favore dei pescatori che saranno interessati da meccanismi di fuoriuscita dal mercato del lavoro.
“La sottoscrizione di un verbale d’intesa presso il Ministero del Welfare per l’utilizzo della somma complessiva di 10 milioni di euro finalizzata alla cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga nel settore della pesca - dichiara infine Giovanni Condorelli Segretario generale dell’Ugl Sicilia, -, è un primo risultato storico che evidenzia in maniera inconfutabile il grande impegno profuso dall’Ugl per contribuire, in maniera concreta e fattiva, alla modernizzazione del comparto. Il cambiamento radicale dovrà necessariamente passare attraverso: la salvaguardia dei posti di lavoro, anche utilizzando strumenti di sostegno al reddito; l’introduzione dell’innovazione tecnologica applicata al sistema; il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza a bordo dei natanti ed a terra negli impianti di lavorazione e trasformazione; la riorganizzazione della materia contrattuale in scadenza secondo un modello innovativo che pensi, con diverse velocità, al governo della pesca industriale rispetto a quella artigianale ed introduca politiche attive del lavoro attraverso il re-impiego secondo l’impostazione del welfare to work”.
Purtroppo ad una crisi strutturale già presente nel corso del 2008 si è aggiunto il ‘peso’ sempre maggiore del carburante che, in alcuni momenti, è arrivato a toccare quota +200% rispetto ai valori del biennio precedente. Questo ulteriore fattore si è fatto sentire sia sul bilancio delle imprese di piccole dimensioni (pesca artigianale), che grandi (pesca industriale).
“L’Ugl Sicilia ha costituito agli inizi dell’anno un Dipartimento regionale Pesca, afferente all’Agroalimentare - spiega il responsabile Giuseppe Messina -, ed avviato una campagna adesioni che ha portato già a 265 iscritti con la previsione, per il prossimo anno, di raddoppiare le adesioni. La rappresentatività ottenuta nel comparto è dovuta principalmente ad una massiccia azione a tutti i livelli istituzionali, azione fatta di proposte, idee, protocolli, iniziative legislative miranti ad esprimere un ruolo propositivo ed attivo per la modernizzazione della pesca siciliana”.
In particolare, tanto per citare alcune di queste azioni: stanziamento di fondi per la formazione in materia di sicurezza sul lavoro da realizzarsi nei periodi in cui l’attività lavorativa è ferma; applicazione dell’Iva agricola anche al settore della pesca; estensione degli ammortizzatori sociali in deroga al settore; il riconoscimento della pesca come lavoro usurante; adozione di strumenti immediati di intervento per la liberalizzazione del mercato di distribuzione del carburante nel territorio italiano, favorendo la gestione di punti di distribuzione a gruppi collettivi di interesse costituiti da associazioni di pescatori presso ogni marineria; attuazione di un piano per l’ammodernamento della flotta (con conseguenti vantaggi anche sul fronte ‘verde’); snellimento delle procedure amministrative che gravano sul settore; estensione di misure di sgravio fiscale e previdenziale per un quinquennio in favore dei lavoratori per quelle imprese che garantiranno i livelli d’occupazione; adozione di urgenti misure a sostegno della competitività del settore lungo tutta la filiera, attraverso un sostanziale recupero del differenziale tra i prezzi alla produzione e quelli al consumo.
Inoltre, prosegue il sindacalista, “è stato presentato un disegno di legge presso la Commissione Attività produttive dell’Ars mirante all’introduzione di percorsi formativi per la professionalizzazione dei pescatori che dovrà passare da un maggiore rispetto delle regole sulla sicurezza in ambiente di lavoro, ma anche dal miglioramento delle tecniche di lavorazione dei prodotti ittici deperibili a bordo ed a terra (tracciabilità lungo tutta la filiera), nonché dalla riqualificazione attraverso la formazione continua, secondo l’approccio ‘working in progress’, a garanzia di standard di qualità accettabili per i lavoratori dell’intero comparto e per il re-impiego dei circa 1.000 addetti che nel 2009 rischiano di perdere il proprio posto di lavoro”.
E proprio su quest’ultimo, importante fronte, l’Ugl Pesca – conclude Messina - si è fatta promotrice dell’inserimento del settore della pesca nel Programma Pari della Regione così da estendere i benefici previsti dall’adozione di politiche attive di re-impiego per quei pescatori che saranno interessati dal processo di fuoriuscita dal mercato del lavoro; in tal senso, sono stati chiesti 5 milioni di euro per il 2009 in favore dei pescatori che saranno interessati da meccanismi di fuoriuscita dal mercato del lavoro.
“La sottoscrizione di un verbale d’intesa presso il Ministero del Welfare per l’utilizzo della somma complessiva di 10 milioni di euro finalizzata alla cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga nel settore della pesca - dichiara infine Giovanni Condorelli Segretario generale dell’Ugl Sicilia, -, è un primo risultato storico che evidenzia in maniera inconfutabile il grande impegno profuso dall’Ugl per contribuire, in maniera concreta e fattiva, alla modernizzazione del comparto. Il cambiamento radicale dovrà necessariamente passare attraverso: la salvaguardia dei posti di lavoro, anche utilizzando strumenti di sostegno al reddito; l’introduzione dell’innovazione tecnologica applicata al sistema; il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza a bordo dei natanti ed a terra negli impianti di lavorazione e trasformazione; la riorganizzazione della materia contrattuale in scadenza secondo un modello innovativo che pensi, con diverse velocità, al governo della pesca industriale rispetto a quella artigianale ed introduca politiche attive del lavoro attraverso il re-impiego secondo l’impostazione del welfare to work”.