Esprimiamo con forza la nostra contrarietà' all'uso
del voucher nel lavoro agricolo. E' quanto dichiara Giuseppe Messina (nella foto),
Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia, il voucher nasce per offrire una opportunità di regolarizzazione del
saltuario ed occasionale lavoro di studenti universitari, di pensionati,
familiari ed affini del proprietario terriero. Oggi, l'uso indiscriminato del
voucher nel lavoro agricolo - prosegue il sindacalista - costituisce un vero e proprio
attentato alla legalità ed un serio pericolo per il lavoratore, atteso che lo
strumento esula dalla copertura contributiva e non garantisce neppure l'accesso
alla indennità di disoccupazione.
Condanniamo l'uso inflazionato del voucher - chiarisce Messina - perché avalla
forme irregolari di lavoro per le quali Ugl si batte da sempre, contrastandole
in ogni dove.
Per Ugl Agroalimentare senza una
programmazione seria e incisiva del territorio a salvaguardia di foreste e
habitat naturale, senza una concentrazione di strumenti incentivanti nel
comparto della pesca, senza una tutela degli operai stagionali dell'industria
alimentare destinatari, con ogni probabilità, di una riduzione pesante delle
tutele reddituali e previdenziali, prevista nella proposta di legge del
ministro del lavoro, l’ampio e strategico settore dell’agroalimentare italiano
rischia di trasformarsi in contenitore dell’illegalità; crogiolo di
irregolarità ed evasione.
L’assenza di una politica nazionale di equità sociale - sottolinea Messina -
rischia di ingigantire la diffusa percezione di evasione da un fisco soffocante
e di una fuga dalle regole del mercato del lavoro. Occorre che il Governo nazionale e le regioni
compiano uno sforzo volto a rivedere
l’approccio alla leva fiscale,
bilanciare il peso tra le diverse categorie produttive, puntare alla
emancipazione del settore primario dell’economia italiana per invertire la
caduta verso la recessione economica. Il
Segretario regionale Ugl Agroalimentare Sicilia, infine, pone l’accento sul rischio sociale. Il clima
di tensione, che registriamo – conclude il sindacalista – coinvolge sempre più
le campagne, i cantieri forestali, i consorzi di bonifica, le marinerie e
rischia di degenerare in un conflitto “tra poveri” che non possiamo
permetterci.
Le Istituzioni nazionali, regionale e locali, soprattutto del Sud, si attivino
per alleggerire la pressione fiscale e qualificare la spesa, compiendo quel
necessario salto di qualità – dal rigore allo sviluppo – indispensabile per avviare
una stagione di investimenti in grandi opere di risanamento e di
manutenzione dell'ambiente, di agevolazione al lavoro agricolo produttivo e di
rilancio della pesca italiana.
Programmazione di incisivi investimenti significa cambiare prospettiva ed
abbandonare la straordinarietà negli interventi che ha caratterizzato la
politica dell’ultimo ventennio.
mercoledì 9 maggio 2012
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