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domenica 13 maggio 2012

PESCA: MESSINA (UGL), D’ANTRASSI CHIUDE LA PESCA MARITTIMA IN SICILIA?


Una giungla di sprechi e spese al limite dell’indecenza in un comparto quale quello della pesca siciliana che vive un presente shock, una condizione sociale dei pescatori non più sostenibile. Lo dichiara Ugl Agroalimentare (nella foto Nino Mulé, Segretario provinciale Agroalimentare di Agrigento) in un comunicato che fa seguito ad una nota di protesta indirizzata ai vertici del Governo e del Parlamento pone l’accento sulla spesa complessiva che parrebbe destinata di certo non a i pescatori. Sono pronti poco meno di 10 milioni di euro per promozione, convegni, seminari e studi, missioni all’estero e bilateralità – commenta Giuseppe Messina, Segretario regionale di Ugl Agroalimentare – tutti aspetti che in un comparto che vive una delle più terribili crisi della sua storia appaiono inutili e poco incisive. Un assessore regionale alle risorse agricole e forestali che viaggia per i fatti propri, questa è l’amara verità prosegue il sindacalista ed i segnali sono chiari ed incontrovertibili. Sono stati finanziati 370 mila euro per una manifestazione, prevista nei giorni 8, 9 e 10 giugno p.v. a Mazara del Vallo, per promuovere la produzione ittica di un comparto che abbisogna di innovazione di un processo di radicale innovazioni per ridurre il peso del costo carburante, introdurre strumenti di accesso al credito agevolato, di ridurre la filiera per agevolare la vendita ai fini di un aumento del valore aggiunto al consumo, di nuovi investimenti in buona sostanza. UGL Agroalimentare nei giorni scorsi ne aveva chiesto le dimissioni a seguito del tentativo di cancellare d’imperio l’Azienda foreste demaniali. Ma non si arresta l’azione politica dell’assessore  - sottolinea Messina - il quale ha scelto di avvalersi di una squadra di consulenti strapagati con somme attinte dal bilancio regionale per tracciare e presentare, per esempio, senza alcun confronto con gli operatori del comparto, le linee strategiche  di sviluppo del comparto per la programmazione comunitaria a valere sulla nuova PCP, relazione già formalmente depositata all’UE. Altro che pluralità, altro che risparmio, qualificazione della spesa e tagli orizzontali sventolati dall’assessore al bilancio, Gaetano Armao. L’Osservatorio regionale della pesca è destinatario di un contributo di funzionamento annuale di 150 mila euro per attività che non conosciamo. D’Antrassi pare abbia puntato tutto sui distretti agricoli e della pesca, ma queste strutture sono realmente  rappresentative dei due mondi produttivi? Infatti, il Distretto produttivo della pesca è beneficiario di 370 mila euro per la realizzazione di una tre giorni a giugno a Mazara del Vallo, di 40 mila euro all’interno dell’Accordo Programma Quadro (APQ) per l’anno 2012, di circa 50 mila euro per alcune giornate informative sulla filiera pesca indirizzate agli studenti dei licei mazaresi e di circa 8,7 milioni di euro provenienti dall’assessorato regionale alle attività produttive per svolgere iniziative di cui non si conoscono contenuti, obiettivi e criteri per valutarne l’impatto sulle imprese di pesca e sui pescatori. Un fiume di soldi calati in una giungla burocratica aggrovigliata ed indecifrabile dove chiedere il resoconto appellandosi alla legalità e trasparenza nell’azione della PA e diventato pure difficile. Se queste previsioni rispondono a verità il rischio è quello di sconfessare tutto il resto, i Consorzi di gestione, i GAC, le OP, le Associazioni di categoria, le OO.SS. i pescatori riuniti in consorzi. Con molta probabilità i diversi bandi FEP, che sono stati faticosamente portati avanti dall’Amministrazione regionale insieme al tavolo di concertazione, potrebbero non servire a nulla, l’Assessosre D’Antrassi si è caricato di una grande responsabilità, l’impostazione tracciata dagli unitamente alla pletora di consulenti, alcuni dei quali sembrerebbero in posizione di incompatibilità, rischia di vanificare ogni sforzo per rilanciare la filiera della pesca. Se da un lato il tavolo di concertazione ha sottoscritto un documento con il quale si chiede alle istituzioni di riaprire il confronto con l’UE per mitigare l’impatto della FEAMP e della PCP, dall’altro D’Antrassi ed i consulenti hanno agito con una impostazione strategica concorrenziale, fatto che appare sconvolgente se si pensa ai rischi che una errata programmazione potrebbe causare all’intero comparto. Regna il tombale silenzio su tutto, guai ad avvicinarsi in Via degli Emiri per assumere informazioni. L’Assessore D’Antrassi ha il dovere di spiegare e rendicontare agli operatori del settore ed ai siciliani il perché di tutte queste spese e di una programmazione scelta univocamente sostituendo i consulenti al Dirigente Generale, figura che oramai è assente da oltre due anni.
Assenza che appare agli occhi dei tanti scettici come una volontà precisa per svincolare da lacci e laccioli ogni determinazione finale. Ugl Agroalimentare auspica che si faccia chiarezza nel settore e che la politica della pesca possa rientrare all’interno di confini democratici e concertativi per riaprire il dialogo incentrato sul ruolo del pescatore come Sentinella del  mare.

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