Una giungla di sprechi e spese al
limite dell’indecenza in un comparto quale quello della pesca siciliana che
vive un presente shock, una condizione sociale dei pescatori non più
sostenibile. Lo dichiara Ugl Agroalimentare (nella foto Nino Mulé, Segretario provinciale Agroalimentare di Agrigento) in un comunicato che fa seguito ad
una nota di protesta indirizzata ai vertici del Governo e del Parlamento pone
l’accento sulla spesa complessiva che parrebbe destinata di certo non a i
pescatori. Sono pronti poco meno di 10 milioni di euro per promozione,
convegni, seminari e studi, missioni all’estero e bilateralità – commenta
Giuseppe Messina, Segretario regionale di Ugl Agroalimentare – tutti aspetti
che in un comparto che vive una delle più terribili crisi della sua storia
appaiono inutili e poco incisive. Un assessore regionale alle risorse agricole
e forestali che viaggia per i fatti propri, questa è l’amara verità prosegue il
sindacalista ed i segnali sono chiari ed incontrovertibili. Sono stati
finanziati 370 mila euro per una manifestazione, prevista nei giorni 8, 9 e 10
giugno p.v. a Mazara del Vallo, per promuovere la produzione ittica di un
comparto che abbisogna di innovazione di un processo di radicale innovazioni
per ridurre il peso del costo carburante, introdurre strumenti di accesso al
credito agevolato, di ridurre la filiera per agevolare la vendita ai fini di un
aumento del valore aggiunto al consumo, di nuovi investimenti in buona
sostanza. UGL Agroalimentare nei giorni scorsi ne aveva chiesto le dimissioni a
seguito del tentativo di cancellare d’imperio l’Azienda foreste demaniali. Ma
non si arresta l’azione politica dell’assessore - sottolinea Messina - il quale ha scelto di
avvalersi di una squadra di consulenti strapagati con somme attinte dal
bilancio regionale per tracciare e presentare, per esempio, senza alcun
confronto con gli operatori del comparto, le linee strategiche di sviluppo del comparto per la
programmazione comunitaria a valere sulla nuova PCP, relazione già formalmente
depositata all’UE. Altro che pluralità, altro che risparmio, qualificazione
della spesa e tagli orizzontali sventolati dall’assessore al bilancio, Gaetano
Armao. L’Osservatorio regionale della pesca è destinatario di un contributo di
funzionamento annuale di 150 mila euro per attività che non conosciamo. D’Antrassi
pare abbia puntato tutto sui distretti agricoli e della pesca, ma queste
strutture sono realmente rappresentative
dei due mondi produttivi? Infatti, il Distretto produttivo della pesca è
beneficiario di 370 mila euro per la realizzazione di una tre giorni a giugno a
Mazara del Vallo, di 40 mila euro all’interno dell’Accordo Programma Quadro
(APQ) per l’anno 2012, di circa 50 mila euro per alcune giornate informative
sulla filiera pesca indirizzate agli studenti dei licei mazaresi e di circa 8,7
milioni di euro provenienti dall’assessorato regionale alle attività produttive
per svolgere iniziative di cui non si conoscono contenuti, obiettivi e criteri
per valutarne l’impatto sulle imprese di pesca e sui pescatori. Un fiume di
soldi calati in una giungla burocratica aggrovigliata ed indecifrabile dove
chiedere il resoconto appellandosi alla legalità e trasparenza nell’azione
della PA e diventato pure difficile. Se queste previsioni rispondono a verità
il rischio è quello di sconfessare tutto il resto, i Consorzi di gestione, i
GAC, le OP, le Associazioni di categoria, le OO.SS. i pescatori riuniti in
consorzi. Con molta probabilità i diversi bandi FEP, che sono stati faticosamente
portati avanti dall’Amministrazione regionale insieme al tavolo di
concertazione, potrebbero non servire a nulla, l’Assessosre D’Antrassi si è
caricato di una grande responsabilità, l’impostazione tracciata dagli
unitamente alla pletora di consulenti, alcuni dei quali sembrerebbero in
posizione di incompatibilità, rischia di vanificare ogni sforzo per rilanciare
la filiera della pesca. Se da un lato il tavolo di concertazione ha
sottoscritto un documento con il quale si chiede alle istituzioni di riaprire
il confronto con l’UE per mitigare l’impatto della FEAMP e della PCP,
dall’altro D’Antrassi ed i consulenti hanno agito con una impostazione
strategica concorrenziale, fatto che appare sconvolgente se si pensa ai rischi
che una errata programmazione potrebbe causare all’intero comparto. Regna il
tombale silenzio su tutto, guai ad avvicinarsi in Via degli Emiri per assumere
informazioni. L’Assessore D’Antrassi ha il dovere di spiegare e rendicontare
agli operatori del settore ed ai siciliani il perché di tutte queste spese e di
una programmazione scelta univocamente sostituendo i consulenti al Dirigente
Generale, figura che oramai è assente da oltre due anni.
Assenza che appare agli occhi dei
tanti scettici come una volontà precisa per svincolare da lacci e laccioli ogni
determinazione finale. Ugl Agroalimentare auspica che si faccia chiarezza nel
settore e che la politica della pesca possa rientrare all’interno di confini
democratici e concertativi per riaprire il dialogo incentrato sul ruolo del
pescatore come Sentinella del mare.
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