In un comunicato, il segretario
regionale dell’Ugl Agroalimentare della Sicilia, Giuseppe Messina, esprime il
disappunto per una norma antisociale e penalizzante per la credibilità di un
intero comparto. Ci apprestiamo a registrare – dichiara Messina - un nuovo
fallimento della politica riformista dell’Ue nel comparto della pesca
professionale, la riforma europea dei controlli sulla pesca é di difficile
applicazione e percepita dalla categoria come vessatoria e punitiva.
L’ennesimo obbligo comunitario, insensibile
all’impatto sociale, condanna il
comparto della pesca ed i pescatori ad una diffusa colpevolezza che allontana
gli operatori da un approccio condiviso al rispetto della legalità. Contrastare
la pesca illegale non può e non deve trasformarsi nella caccia ad una intera
categoria. Il segretario regionale dell'organizzazione sindacale pone, inoltre,
l'accento sul rischio sociale a causa della introduzione del regime di
controlli sulla pesca le cui modalità attuative sono state introdotte dal
Decreto MIPAF 2902/2012 (GU n.105 del 07/05/2012), l’Ue ci ha abituato – sottolinea
– a norme su misura per l’oceano e la pesca intensiva con la presunzione che
possano funzionare anche nelle altre realtà marinare; ma il Mediterraneo è tutt’altra
cosa, non si può fare confusione sulla pesca locale e costiera. Il rispetto
dell’ambiente marino, la sostenibilità sono concetti cha appartengono a tutti
compresi coloro che – da generazioni - traggono la propria sussistenza dall’attività
di pesca. L’assenza di regole condivise
pone i nostri mari alla mercé di altre flotte. A proposito di sanzioni per
pesca illegale, viene da chiedersi che fine farà la sanzione da 2000 a 6000
euro prevista per la vendita abusiva del
pescato da parte di sportivi e amatoriali che, a seguito della introduzione del
DL 59/08 - convertito in legge 101/08 - pare sia stata cancellata dal
legislatore a seguito della integrale abrogazione della legge 963/65.
Nello specifico va sottolineato che, con
la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.105 del 7 maggio u.s. del Decreto
29 febbraio 2012 il Ministero delle politiche agricole, alimentari e
forestali ha fissato modalità, termini e
procedure per l'applicazione del sistema di punti per infrazioni gravi alla
licenza di pesca, ai sensi dell'art. 14, comma 4 del decreto legislativo
n.4/2012. Le norme si applicano alla licenza ed agli altri titoli abilitativi
all'esercizio della pesca marittima,come previsti
dal decreto ministeriale del 26 luglio 1995 e successive
modificazioni e integrazioni. Il nuovo sistema dei controlli, previsto dal
regolamento 1224/2009, comporterà un indubbio radicale cambiamento nei
comportamenti del settore. A partire dal 2012, i 13 mila pescherecci della
flotta italiana dovranno confrontarsi con una assurda norma che equipara i
pescatori a mare agli automobilisti a terra. Infatti, a differenza dell’automobilista
che si viene sottratto i punti in caso di infrazione al pescatore i punti
verranno sommati fino al raggiungimento dei limiti di sospensione o ritiro. Incorrere
in una delle dodici infrazioni che il nuovo sistema prevede significa
sospensione della licenza ma anche ritiro definitivo. Non è difficile
ipotizzare effetti devastanti in un segmento dell’agroalimentare condizionato
pesantemente dal caro-gasolio, dall’aumento dell’IVA al 21%, dall’import dell’ittico
a prezzi stracciati, da una carente politica di filiera, dall’assenza di una
programmazione e da un sistema creditizio che strozza investimenti, produzione
e profitto.
Il quadro normativo dentro il quale il
pescatore è costretto a muoversi da qualche settimana è quello che sanziona il pescare
esemplari sottotaglia (vale 5 punti); il pescare e non rispettare la distanza
minima dalla costa (vale 6 punti); l’utilizzare reti o attrezzi non regolamentari
(vale 4 punti).
La sospensione della licenza di pesca
per 2 mesi scatta al raggiungimento della quota di 18 punti.
Per poter cancellare i punti, l’unico
modo è non commettere ulteriori infrazioni gravi per tre anni. E’ importante
non raggiungere la quota di 90 punti - detta punteggio di non ritorno – superato questo limite massimo, la patente
viene definitivamente ritirata con il peschereccio che verrà cancellato
dall’archivio delle licenze. Caos che si aggiunge ad un strutturale deficit di
settore, provvedimenti che indubbiamente andranno ad aggravare ulteriormente
uno stato di crisi latente che investe il comparto.
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